Salute e Nutrizione
Le malattie parassitarie del cane: i parassiti intestinali
Coccidi, giardia, ascaridi, tenie, ancilostomi, tricocefali: sintomi, diagnosi, prevenzione e cura
Paolo
Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio 2020 | 13 minuti di lettura
I coccidi sono parassiti intestinali microscopici (protozoi, soprattutto del genere Isospora) che possono infestare il cane e il gatto e costituiscono un problema soprattutto nei cuccioli e nei gattini. Dall’intestino dell’animale infestato, i coccidi attraverso le feci passano nell’ambiente, dove divengono infestanti dopo alcuni giorni.
Il cane e il gatto si infestano ingerendo i coccidi presenti nel terreno e che possono imbrattare il pelo e le zampe. Una volta ingeriti, i coccidi si replicano all’interno delle cellule intestinali e causano diarrea, vomito, disappetenza, dolore addominale e disidratazione. La diarrea può essere grave e contenere sangue. Questa condizione è pericolosa soprattutto per i cuccioli e per i gattini, che possono anche morire in assenza di trattamento. Nei cani e gatti adulti i coccidi non causano in genere problemi gravi.
La diagnosi di coccidiosi si effettua con l’esame delle feci, che andrebbe ripetuto anche in caso di esito negativo, dato che l’eliminazione dei coccidi nelle feci può essere intermittente.
Esistono diversi tipi di farmaci per il trattamento della coccidiosi. L’eliminazione del parassita dall’animale non è sempre facile e il successo della terapia dovrebbe essere confermato con esami delle feci di controllo.
Per prevenire la reinfestazione, è bene eliminare le feci prontamente e trattare i cani e i gatti a contatto con l’animale infestato. I coccidi sono molto contagiosi, tuttavia sono specifici per il loro ospite, cioè quelli del cane non infestano il gatto e viceversa. Non rappresentano inoltre un problema per l’uomo.
GIARDIA
Giardia è un protozoo (organismo unicellulare) che vive nel piccolo intestino del cane e del gatto. Questo parassita è diffuso in tutto il mondo e può infettare anche l'uomo. La malattia che ne deriva è chiamata giardiasi.
L'infezione è piuttosto comune, mentre la malattia è meno frequente. Il cane si infetta ingerendo la forma cistica del parassita. Quest'ultima, nel piccolo intestino, si apre rilasciando una forma attiva chiamata trofozoita, dotata di flagelli, ovvero strutture piliformi che gli permettono di muoversi. I trofozoiti si attaccano alla parete intestinale e si riproducono per divisione in due parti. Dopo alcune divisioni, il trofozoita viene racchiuso in una parete (si incistida) e viene eliminato con le feci sotto forma di cisti. Attraverso le feci, Giardia può contaminare l'ambiente e l'acqua e infettare altri animali e l'uomo.
Quali sono i sintomi?
La maggior parte delle infezioni sono asintomatiche. Nei casi in cui invece si verifica la malattia, questa si manifesta soprattutto negli animali più giovani ed è caratterizzata da diarrea, che può essere acuta, intermittente o cronica. Le feci sono chiare, maleodoranti e untuose. L'animale infetto in genere mantiene l'appetito ma dimagrisce, poiché il parassita impedisce il corretto assorbimento dei principi nutritivi e danneggia la parete intestinale.
Giarda può infettare anche l'uomo, ma non è completamente noto se le diverse specie del protozoo siano specifiche per un singolo ospite o meno. Si ritiene in genere corretto considerare la giardiasi canina rischiosa anche per l'uomo.
Come si effettua la diagnosi?
La giardiasi è molto difficile da diagnosticare, date le piccole dimensioni del parassita e il fatto che non viene costantemente eliminato nelle feci. Sono spesso necessari esami delle feci ripetuti e test diagnostici specifici (Test ELISA).
Anche in caso di identificazione del parassita, il risultato deve comunque essere interpretato alla luce dei sintomi e della storia clinica dell'animale; occorre cioè stabilire se il protozoo riscontrato è realmente la causa della diarrea o meno. Giardia viene infatti identificata in cani con e senza diarrea.
Come si cura?
Anche la necessità di trattamento è controversa. Se, ad esempio, si identifica Giardia in un cane asintomatico, occorre comunque effettuare il trattamento. Nel dubbio che il protozoo canino possa infettare anche l'uomo, spesso si sceglie di trattare.
In presenza di un forte sospetto di giardiasi, ma senza riuscire a identificare il protozoo, spesso si sceglie di effettuare comunque il trattamento, se sono state escluse le altre possibili cause di diarrea. Esistono diversi farmaci a disposizione, la cui scelta sarà effettuata dal veterinario.
Il trattamento deve essere accompagnato dalla pulizia e disinfezione dell'ambiente in cui vive l'animale (soluzione di ammoniaca al 5%). Scrupolose norme igieniche consentono di ridurre il rischio di infezione umana.
ASCARIDI (VERMI TONDI)
Gli ascaridi o vermi tondi (Toxocara, Toxascaris) sono i parassiti intestinali più comuni nel cane e nel gatto. Possono infestare sia i soggetti giovani che gli adulti, anche se sono più frequenti nei cuccioli e nei gattini. Gli ascaridi sono lunghi vermi che vivono nell'intestino e producono uova che vengono eliminate con le feci del cane infestato. Inoltre, gli stadi immaturi (larve) di questi vermi possono migrare all'interno dell’organismo animale e, nella femmina gravida, attraversare la placenta e raggiungere le mammelle; in questo modo possono infestare direttamente il feto nell'utero o il cucciolo durante l'allattamento. I cuccioli possono quindi nascere già infestati o infestarsi subito dopo la nascita. Altre modalità di infestazione possibili per gli adulti sono l'ingestione accidentale delle uova eliminate con le feci presenti nel terreno oppure l'ingestione di ospiti intermedi infestati, soprattutto piccoli roditori (topi, ratti ecc).
Quali sono i sintomi?
Nell'intestino, gli ascaridi consumano gli elementi nutritivi presenti nel cibo ingerito dall'animale, interferendo con la digestione e danneggiando la mucosa intestinale. In questo modo, causano deperimento, dimagrimento, cattive condizioni generali (pelo opaco), crescita stentata, diarrea e, nei casi gravi, vomito e ostruzione intestinale.
Come si diagnosticano?
La diagnosi si effettua con l'esame delle feci, in cui si possono osservare le uova dei parassiti. In alcuni casi, i vermi possono essere visibili nelle feci o nel materiale vomitato. Data la frequenza dell'infestazione nei cuccioli, è buona norma effettuare l'esame delle feci di routine in tutti i cuccioli di nuova adozione.
Come si curano?
Esistono numerosi prodotti disponibili per il trattamento dell'infestazione da ascaridi e il veterinario prescriverà il farmaco più indicato. In genere, si effettuano più trattamenti a intervalli di 2 o 4 settimane; i farmaci agiscono infatti solo sui vermi adulti nell'intestino e non contro le larve presenti nei tessuti, e i trattamenti successivi permettono di uccidere le eventuali larve divenute nel frattempo parassiti adulti. Cuccioli e gattini vengono trattati per la prima volta a 2 o 3 settimane d’età, proseguendo regolarmente fino a 8 settimane. Insieme ai piccoli, devono essere trattate anche le cagne e le gatte in allattamento. Alcuni prodotti consentono di associare la prevenzione della filaria e il controllo dei parassiti intestinali.
Come si prevengono?
Per la prevenzione, è importante anche eliminare quotidianamente le feci del cane o del gatto, dato che le uova di ascaride diventano infestanti solo dopo aver trascorso alcuni giorni nel terreno. Le uova sono estremamente resistenti nell'ambiente e possono rimanere infestanti nel suolo per mesi o anni.
Sono pericolosi per l’uomo?
Gli ascaridi del cane e del gatto possono infestare anche l’uomo, in particolare i bambini, attraverso l’ingestione delle uova presenti nel terreno. Sono a rischio soprattutto i bambini che giocano nei parchi e nei giardini frequentati da cani e gatti.
Le larve che si sviluppano dalle uova ingerite possono migrare attraverso i tessuti della persona infestata (condizione conosciuta come larva migrans viscerale), soprattutto nel fegato, nel polmone e nel cervello, causando gravi infiammazioni e danni a questi organi.
È possibile anche la localizzazione oculare delle larve; alla luce di questa possibilità, appare ancora più importante il controllo di questi parassiti negli animali. Inoltre, per prevenire l’infestazione umana, sono importanti anche le misure igieniche: i bambini dovrebbero sempre lavarsi le mani dopo aver giocato e prima di mangiare e le feci di cane e gatto dovrebbero essere prontamente eliminate.
TENIE (VERMI PIATTI)
I vermi piatti, o cestodi, sono anche collettivamente detti tenie. Le tenie più frequenti nel cane e nel gatto sono Dipylidium caninum ed Echinococcus granulosus.
I cestodi del cane e del gatto non si trasmettono direttamente da un animale all’altro ma hanno tutti un ospite intermedio, quali pulci, ruminanti, suini, uomo ecc.
Le forme adulte delle tenie vivono nell’intestino del cane e del gatto e sono formate da una testa, un collo e una catena di segmenti, detti proglottidi. La testa possiede uncini che permettono al parassita di agganciarsi alla parete intestinale dell’ospite. Nuovi segmenti si formano in continuazione nella regione del collo, mente le proglottidi terminali, che contengono le uova, si staccano e fuoriescono progressivamente dall’ano, passando nell’ambiente.
Dipylidium caninum
La tenia Dipylidium caninum è un verme lungo (fino a 60 cm) e piatto, simile ad un nastro. Nel cane e nel gatto raramente causa problemi gravi e nella maggior parte dei casi si diagnostica casualmente in animali normali.
Nelle infestazioni gravi si può osservare perdita di peso, irrequietezza, prurito nella regione anale, vomito.
Dipylidium caninum viene trasmesso al cane o al gatto attraverso la pulce.
Le proglottidi emesse con le feci del cane o del gatto infestato si seccano nell’ambiente e liberano le uova. Le larve di pulce eventualmente presenti nello stesso ambiente (cuccia, brandina, ecc.) possono accidentalmente ingerire le uova di tenia. Queste ultime nella pulce danno vita a una forma immatura della tenia. Quando un cane o un gatto, durante le attività di pulizia del mantello, ingerisce la pulce infestata, la forma immatura si sviluppa in verme adulto nell’intestino dell’animale e il ciclo della tenia si completa.
La diagnosi si effettua in genere osservando le proglottidi nelle feci fresche o attorno all’ano del cane o del gatto infestato. Queste ultime assomigliano a chicchi di riso e inizialmente si muovono, perché si contraggono per espellere le uova. Quando sono secche assomigliano a semi di sesamo e possono essere notate nei luoghi di riposo dell’animale. L’esame delle feci non sempre consente di evidenziare le uova di tenia, quindi l’osservazione del proprietario è molto importante.
Il trattamento prevede la somministrazione di un farmaco cestodicida (che elimina i cestodi), che può essere in compresse, iniezioni o per applicazione topica sulla cute. Deve contemporaneamente essere eliminata anche l’infestazione da pulci.
Raramente, l’infestazione può avvenire anche nell’uomo, in caso di ingestione accidentale di una pulce contenente un uovo di tenia; il trattamento è efficace anche in questo caso. Per prevenire quest'evenienza, occorre tenere sotto controllo le pulci negli animali e lavarsi le mani (soprattutto i bambini) dopo aver giocato con cani e gatti.
Echinococcus granulosus
È un cestode più piccolo, che può raggiungere i 7 mm di lunghezza. L’ospite definitivo di E. granulosus è il cane (e i canidi selvatici), mentre gli ospiti intermedi sono i ruminanti, i suini e l'uomo. Nel cane è poco patogeno, mentre è molto pericoloso per gli ospiti intermedi (incluso l’uomo). Questi ultimi possono infestarsi ingerendo le uova della tenia presenti nelle feci del cane infestato (mani sporche di terra contaminata o ingestione di vegetali contaminati); dalle uova si sviluppano le larve, che migrano negli organi (fegato, polmoni, cervello, cuore) dell’ospite intermedio, dando luogo alla formazione di grosse cisti, dette cisti idatidee, che provocano una malattia grave, potenzialmente fatale, i cui sintomi dipendono dalla sede delle cisti.
Il trattamento si effettua con un farmaco cestodicida, disponibile in varie formulazioni.
Per la prevenzione umana è importante lavarsi le mani dopo aver lavorato con la terra e lavare accuratamente i vegetali prima del consumo.
Echinococcus multilocularis
Sovrapponibile a E. granulosus, in Italia è raro (versante Nord e Nord orientale delle Alpi). Gli ospiti definitivi di E. multilocularis sono il cane, il gatto e le volpi, mentre quelli intermedi sono i piccoli roditori e l'uomo.
Per portare il cane o il gatto in alcuni paesi europei (Gran Bretagna, Finlandia, Svezia, Malta) è obbligatorio sottoporlo al trattamento contro l'Echinococcus multilocularis nelle 24-48 ore precedenti l’ingresso nel paese di destinazione.
ANCILOSTOMI (VERMI UNCINATI)
Gli Ancilostomi (Ancylostoma caninum, Ancylostoma braziliense, Uncinaria stenocephala) sono parassiti intestinali appartenenti alla famiglia dei nematodi (vermi tondi). Sono di piccole dimensioni (1-2 cm) ma possono indurre condizioni patologiche piuttosto serie.
A. caninum infesta soprattutto i cuccioli e i cani di età inferiore all'anno, più raramente gli adulti, che di solito sono più resistenti. L’infestazione avviene per via orale, cioè mediante l'ingestione delle larve che si schiudono dalle uova emesse con le feci.
In altri casi le larve penetrano nell'organismo attraverso la cute, in genere quella dei cuscinetti digitali, entrano nella circolazione sanguigna e raggiungono l'intestino, dopo aver transitato per i polmoni. Poiché le larve si localizzano principalmente nella terra, nei prati erbosi e tra le foglie, dopo le passeggiate in questi ambienti si dovrebbero pulire le zampe del cane dalla terra, soprattutto nei cani da caccia.
A. caninum si localizza nel piccolo intestino del cane, dove si nutre del suo sangue.
Può indurre diarrea, presenza di sangue nelle feci (le feci possono essere nerastre), vomito, dolore addominale, astenia, cattive condizioni generali; soprattutto nei cuccioli può causare grave anemia.
Le larve possono causare lesioni cutanee negli spazi interdigitali.
Ancylostoma braziliense e Uncinaria stenocephala non si nutrono di sangue ma, soprattutto nel cucciolo, possono indurre grave diarrea, anoressia, letargia e dermatite degli spazi interdigitali.
La diagnosi si basa sui sintomi e sull'esame delle feci.
Il trattamento si effettua somministrando farmaci antiparassitari.
Eventuali stati anemici possono richiedere un trattamento di supporto, in alcuni casi anche una trasfusione.
Le larve possono infestare anche l'uomo, penetrando attraverso la pelle, in genere dei piedi nudi, e causando la cosiddetta sindrome da larva migrans cutanea.
TRICOCEFALI (TRICURIDI)
I tricocefali (Trichuris vulpis) sono parassiti intestinali appartenenti alla classe dei nematodi, cioè dei vermi tondi. Sono lunghi circa 5-7 cm, sono piuttosto comuni e possono colpire cani di tutte le età, soprattutto nei canili.
L'infestazione avviene attraverso l'ingestione di uova espulse con le feci da un cane infestato e presenti nell'ambiente, dove resistono per mesi o anni. I parassiti adulti si localizzano soprattutto nel grosso intestino e nel cieco.
Solo le infestazioni importanti causano tuttavia segni clinici intestinali, caratterizzati da diarrea e feci ricoperte di muco e sangue fresco. Le infestazioni moderate sono invece ben tollerate. Poiché i parassiti si nutrono di sangue, l'infestazione cronica può causare anemia e quindi uno stato di malessere generale dell'animale.
La diagnosi si effettua con l'esame delle feci.
La terapia prevede la somministrazione di antiparassitari e l'allontanamento dell'animale dall'ambiente contaminato.