Comportamento e Psicologia
Non responsabilizziamo gli animali!
Responsabilizzare gli animali si rileva controproducente per una serena convivenza e per la loro tranquillitÃ

Dottor Alberto Franchi
Ultimo aggiornamento: 4 Giugno 2019 | 2 minuti di lettura

Uno dei fattori che più frequentemente induce un cane ed anche un gatto all’ansia, a comportamenti inappropriati, a nevrosi, ad episodi di aggressività è l’addossargli responsabilità che nella nostra vita sociale non gli competono.
Quando ad un cane (o gatto) viene permesso di controllare il proprio gruppo sociale, l’ambiente in cui vive, le azioni dei famigliari e dei loro eventuali ospiti, gli si attribuiscono incarichi che i proprietari dovrebbero riservare per se stessi.
Il cane, o il gatto, caricato di tali oneri si aggrava di mansioni smisurate per lui, che lo portano facilmente ad uno stato di ansia.
Quest’ansia può sfociare in comportamenti indesiderati, autolesionistici, di auto- appagamento, ma anche in aggressioni verso i famigliari umani.
Una coppia di genitori è tenuta a responsabilizzare i propri figli, nel corso dello sviluppo mentale, per preparare alla vita personale e sociale “gli adulti di domani”: coloro che ci sostituiranno, prima o poi, nella vita e nel governo della società.
Al contrario, il proprietario di un cane o di un gatto è doveroso che inibisca la sua maturazione sociale, che ha luogo a seguito della maturità sessuale.
È consigliabile, infatti, che per la serenità dell’animale e della famiglia ospitante siano gli umani a controllare l’animale facendolo sentire “un gradito ospite in casa”.
Senza responsabilità, senza affanni, senza tensioni, senza ansie.
Tutte queste pene... teniamocele per noi! Lasciamoli vivere da animali, ce ne saranno grati.
Dottor Alberto Franchi medico veterinario a Verona
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