Il lagotto romagnolo o più semplicemente lagotto, è una razza canina, dalle antiche origini italiane, che si è sviluppata nella zone paludose del delta del Po: del ravennate e nelle pianure di Comacchio. Dotato di eccezionale olfatto è l'unica razza al mondo specializzata nella cerca del tartufo.
Lo standard del Lagotto Romagnolo, è stato approvato dall'ENCI nel luglio 1992; mentre il 10 marzo 1995 , la razza è stata riconosciuta a livello internazionale dalla FCI; secondo la stessa FCI la razza appartiene come classificazione al:
Gruppo 8 - cani da riporto, cani da cerca, cani da acqua.
Il lagotto è una razza molto antica, presente già nel XVI secolo in Romagna, ciò è provato da dei dipinti, in cui è raffigurato un cane dalle caratteristiche del lagotto. Inizialmente utilizzato come cane da riporto in acqua, è oggi l'unica razza di cani specializzata nella ricerca dei tartufi.
Il lagotto alle sue origini come razza era un cane da riporto d'acqua, utilizza simile a quella del di noti retrevier, successivamente questa attitudine si è persa con la selezione a favore della cerca del tartufo. Il fatto che si tratti di una razza con origini molto antiche lo si desume anche dal fatto che un cane rassomigliante all'attuale lagotto si ritrova in raffigurazioni trovate nella necropoli etrusca di Spina (Ferrara) . Probabilmente questo si spiega con il fatto che gli etruschi avevano rapporti con popolazioni orientali, da cui potrebbe derivare la razza. L'insediamento della razza è antecedente a quello, nella penisola iberica, del Cane d'acqua portoghese, che è una razza acquatica affine al lagotto romagnolo. Lo stesso Linneo testimonia la presenza di un cane molto simile all'attuale lagotto, in epoca ben precedente la nascita del Cao d'agua portugese. In epoca romana a successiva, i cani si diffusero nella zona che va da Ravenna fino al Friuli passando per la zona delle Valli di Comacchio .
In un famoso affresco del Mantegna: l'incontro, visibile negli affreschi della Camera degli Sposi nel Palazzo Ducale dei Gonzaga di Mantova ; osserviamo un cane del tutto simile all'attuale lagotto romagnolo. Inoltre, sono numerose le citazioni di un cane da riporto riccioluto assimilabile al lagotto, in molti documenti a partire del XVI secolo.
Il nome della razza trae origine dal dilaetto romagnolo: “Càn Lagòt”; che significa: “cane da acqua” o “cane da caccia in palude dal pelo riccio e ispido”. Infatti, prima delle bonifiche del '800, nelle valli di Comacchio e e nelle zone paludose della romagna, il cane veniva utilizzato per il riporto della selvagina volatile (specie le folaghe). In questa attività un ruolo decisivo ha il pelo e il sotto pelo della razza che protegge l'animale dal contatto dell'acqua, spesso gelida, consentendogli un capacità di lavoro insuperabile. Parallelamente a questa attività venatoria il lagotto svolgeva un'utile, ma meno nota, attività ricerca del tartufo, allora più abbondante. Questa attività successivamente ha preso il sopravvento fino a specializzare la razza in modo esclusivo in questa attività; anche e soprattutto perché la razza è ottimamente addestrabile possiede un'ottima cerca e un notevole olfatto. Con la scomparsa, ad opera delle bonifiche, delle valli paludose si è persa la necessità ad utilizzare il lagotto come cane da riporto; parallelamente con la scomparsa nelle vigne dei supporti in legno, a favore di quelli in cemento, e con l'impoverimento dei boschi in pianura, ha portato ad una scomparda dei tartufi nelle zone pianeggianti. In questa circostanza la cerca del tartufo si è spostata in zone più collinati e boschive, ed ancora una volta l'adattabilità della razza si è mostrata notevole grazie al pelo e sotto pelo che protegge l'animale dalle spine presenti spesso nel sottobosco .
Negli anni '70, grazie all'illuminata attività di 4 appassionati ed esperti cinofili, la razza ricominciò ad acquistare l'originale purezza, che i dissennati accoppiamenti con altre razze avevano in parte compromesso. I quatro autori della rinascita della razza furono: Quintino Toschi presidente del locale gruppo cinofilo di Imola, il prof: Francesco Ballotta, allevatore e giudice ENCI, il dr. Antonio Morsiani, cinologo, giudice ed allevatore ed infine il rag. Lodovico Babini esperto cinofilo romagnolo. Grazie ad essi la razza si avviò verso una rinascita che ha il suo culmine nel 1998 con la nascita del Club Italiano Lagotto, che annovera circa 300 inscritti. Il Club ha contribuito in modo decisivo al riconoscimento internazionale da parte della FCI; e parallelamente allo sviluppo internazionale degli iscritti della razza nei Club nazionali, in paesi come la Svizzera, l’Olanda, la Germania, la Francia, la Finlandia, la Svezia, la Gran Bretagna, gli USA e l’Australia.
Gli iscritti all'ENCI già nel 2002 superavano i 900 inscritti , .
Lo standard morfo-funzionale e lo Standard morfologico ufficiale della razza è stato redatto nel 1991 dal Dr. Antonio Morsiani .
Inoltre, fin dal 1992 il Club Italiano Lagotto ha iniziato il controllo ufficiale dalla displasia dell’anca in collaborazione con la il Dr. Cesare Pareschi di Ferrara e il dal Dr. Aldo Vezzosi di Cremona; effettuando anche controlli per le principali patologie ereditarie cardiache e oculari. Infine, vengono organizzate, su tutto il territorio italiano da parte del Club Italiano Lagotto, le prove attitudinali di cerca del tartufo nel tentativo di migliorare le eccellenti qualità funzionali della razza .
Cane di media-piccola taglia, con buone proporzioni, di profilo forma un quadrato quasi perfetto; è di aspetto forte, robusto e rustico allo stesso tempo. Il lagotto ha grandi occhi rotondi, in ogni sfumatura di colore che va dal giallo scuro al marrone scuro.
Il pelo è lanoso riccio ed uniformemente distribuito su tutto il corpo; può essere bianco sporco uniforme, bianco con macchie marroni, roano, marrone fegato uniforme, arancio unicolore e in varie combinazioni di tinte; spesso mostrano macchie bianche che si sviluppano in età adulta. Il pelo è a crescita continua e deve essere periodicamente tagliato altrimenti forma dei cordoni. Il lagotto è praticamente esente da muta, il sottopelo rimane aggrovigliato al pelo di copertura. È sufficiente una regolare tolettature una o due volte l'anno. L'aspetto del pelo ricorda il barboncino, la coda non è mai arrotolata.
I maschi devono avere una altezza della spalla di 43–48 cm (ideale 46 cm) e devono pesare 13–16 kg. Le femmine devono avere una altezza della spalla di 41–46 cm (43 cm è l'ideale) e un peso di 11–14 kg.
Dallo standard: La conformazione generale è quella di un leggero mesomorfo il cui tronco sta nel quadrato, armonico rispetto al formato (eterometria) e disarmonico rispetto ai profili (alloidismo). L’altezza del costato è alquanto inferiore al 50% dell’altezza al garrese e può sfiorare il 44% di tale altezza.
Brevi cenni storici
Antica razza da riporto in acqua presente fin dal XVI secolo nelle valli di Comacchio e nelle lagune ravennati e diffusasi poi, a partire dalla fine del XIX secolo, nelle pianure e nelle colline romagnole con la precisa funzione dì cane da tartufi.
Aspetto generale
Il Lagotto è un cane di mole medio-piccola, di aspetto rustico, fortemente costruito e molto ben proporzionato, con pelo fitto e ricciuto a tessitura lanosa.
La conformazione generale è quella di un leggero mesomorfo il cui tronco sta nel quadrato, armonico rispetto al formato (eterometria) e disarmonico rispetto ai profili (alloidismo).
Proporzioni importanti
La lunghezza della testa raggiunge i 4/10 dell'altezza al garrese. La lunghezza del muso è inferiore di 2/10 rispetto alla lunghezza del cranio (cioè il muso corrisponde al 44% circa della lunghezza totale della testa).
L'altezza del costato è alquanto inferiore al 50% dell'altezza al garrese e può sfiorare il 44% di tale altezza.
Comportamento e carattere
La funzione del Lagotto consiste nella ricerca del tartufo, lavoro che svolge con passione ed efficienza sfruttando la sua innata attitudine alla cerca e l'ottimo olfatto. Avendo cancellato l'istinto venatorio, nel suo lavoro non viene distratto dal selvatico e può considerarsi l'unico vero specialista per la ricerca del tartufo.
Sobrio, intelligente, affettuoso, attaccatissimo al padrone e facilmente addestrabile, il Lagotto è anche ottimo cane avvisatore e da compagnia.
Testa
Moderatamente massiccia e di forma trapezoidale vista dall'alto, ha gli assi longitudinali superiori del cranio e del muso fra loro lievemente divergenti.
La sua lunghezza raggiunge i 4/10 dell'altezza al garrese. L'indice cefalico va da 50 a 54. La pelle è aderente al tessuti sottostanti, liscia e tesa.
Regione del cranio
Il cranio è largo agli zigomi. La sua lunghezza corrisponde al 56% della lunghezza totale della testa e la larghezza (diametro bizigomatico) è pari alla lunghezza.
Visto di fronte si presenta arcuato.
Di profilo forma un arco molto aperto che si attenua nella regione occipitale.
Seni frontali ben sviluppati nelle tre dimensioni, arcate sopracciliari marcate, depressione naso-frontale (stop) non troppo accentuata ma evidente, solco medio-frontale pronunciato, cresta occipitale corta e relativamente depressa, fosse sopra-orbitali (fontanelle) leggermente segnate.
Regione del muso
Tartufo
Voluminoso, con narici molto ampie, aperte e mobili. Scanalatura mediana assai pronunciata. In profilo è sulla stessa linea della canna nasale e sporge impercettibilmente sulla faccia anteriore delle labbra
Mascelle
Ben sviluppate. Le branche della mandibola sono piuttosto rettilinee e il corpo mandibolare è forte e relativamente largo. I denti sono bianchi, completi per sviluppo e numero, con impianto degli incisivi a forbice o a tenaglia, tollerata la forbice rovesciata (antiversione degli incisivi inferiori).
Guance
Masseteri piatti.
Occhi
Grandi, rotondeggianti e leggermente affioranti. Il colore dell'iride va dall'ocra al nocciola scuro e al marrone a seconda del mantello. Posti in posizione sub-frontale hanno palpebre aderenti con margini pigmentati nelle diverse tonalità del marrone. Ciglia estremamente sviluppate. Espressione attenta, intelligente e vivace.
Orecchie
Moderatamente grandi in rapporto al volume della testa, con apici lievemente arrotondati. Di forma triangolare con base piuttosto larga, attaccate appena al di sopra dell'arcata zigomatica, portate pendenti in riposo o lievemente rilevate in attenzione. Se stese, raggiungono la canna nasale ad 1/4 della sua lunghezza.
Il pelo sulle orecchie tende ad aprire il riccio pur mantenendosi sempre ben mosso. Non esiste porzione d'orecchia con pelo corto. L'interno del padiglione auricolare è ricoperto di peli.
Collo
Lievemente arcuato superiormente. Assolutamente privo di giogaia. Appena più corto della testa (8,5/10 della lunghezza totale della testa), ha un perimetro che può raggiungere, nei maschi, il doppio della sua lunghezza. forte, muscoloso, asciutto, a sezione ovale, con buon distacco dalla nuca.
Tronco
È fortemente costruito e raccolto (la sua lunghezza coincide con l'altezza al garrese).
Linea superiore
Rettilinea dal garrese verso la groppa.
Garrese
Supera il livello della groppa e pur non essendo troppo stretto è tuttavia abbastanza elevato e prolungato all'indietro.
Dorso
Rettilineo, molto muscoloso. La sua lunghezza corrisponde al 33% circa dell'altezza al garrese.
Lombo
Corto, solidissimo, lievemente convesso in profilo, ben raccordato con dorso e groppa. La sua lunghezza corrisponde ad 1/6 dell'altezza al garrese, mentre la larghezza eguaglia e talora supera leggermente la lunghezza.
Groppa
Lunga (circa il 32% dell'altezza al garrese), larga (in media il 24% dell'altezza al garrese), muscolosa, lievemente inclinata (l'inclinazione del coxale va da 25° a30°).
Secondo l'inclinazione del coxale:
la groppa è definita: orizzontale da 15° a 25°
inclinata da 25° a 35°
obliqua o avvallata oltre 35°
Costato
Ben sviluppato. Disceso al gomito, il suo perimetro supera di 1/5 l'altezza al garrese, il suo diametro trasverso, che è massimo a metà dell'altezza toracica, sfiora il 31% dell'altezza al garrese, la sua profondità raggiunge il 54% dell'altezza al garrese, la sua altezza tocca il 44% dell'altezza al garrese. Anteriormente presenta un lievissimo accenno di carenatura per poi allargarsi notevolmente all'indietro a partire dalla sesta costa.
Linea inferiore
Il profilo sterno-ventrale evidenzia una regione sternale lunga che, tendente alla linea retta in un primo breve tratto, prosegue poi in un semicerchio a corda molto larga rimontante dolcemente verso l'addome che non è troppo retratto.
Coda
Inserita a mezza altezza, affusolata alla punta, se stesa sfiora il garretto. E' ricoperta di pelo lanoso e ispido. Portata a scimitarra in riposo, si rialza decisamente in attenzione. In lavoro o quando il cane è eccitato può essere portata anche notevolmente rialzata sulla linea del dorso, mai però incurvata ad anello.
Arti
Arti anteriori
Esame generale
Appiombi regolari sia di profilo sia di fronte. L'altezza degli arti anteriori al gomito rasenta il 56% dell'altezza al garrese.
Spalla
Lunga (raggiunge il 30% dell'altezza al garrese), obliqua (52°/55°), muscolosa, forte, aderente al torace ma libera nei movimenti. L'angolo scapolo-omerale oscilla fra 110° e 115°.
Braccio
Muscoloso, di ossatura asciutta, la sua lunghezza corrisponde al 30% dell'altezza al garrese. La sua inclinazione sull'orizzonte varia da 58° a 60°.
Avambraccio
Perfettamente verticale, a sezione ovale, con ossatura compatta. La sua lunghezza corrisponde al 36% dell'altezza al garrese.
Gomiti
Lunghi, prominenti, ben aderenti ma non serrati al costato, coperti di pelle asciutta, devono trovarsi come gli omeri su un piano rigorosamente parallelo a quello sagittale del tronco. La punta del gomito (epifisi olecranica) è situata sulla verticale abbassata dall'angolo caudale della scapola al suolo.
Carpo
Visto di fronte segue la linea verticale dell'avambraccio. E' asciutto, spesso e mobile. L'osso pisiforme è ben sporgente.
Metacarpo
Di grossezza alquanto inferiore all'avambraccio, è asciutto, elastico, con minimo tessuto cellulare sottocutaneo. Visto di fronte la sua direzione dev'essere sul medesimo piano verticale passante per l'avambraccio, visto di profilo forma un angolo col suolo di75°/80°.
Piede
Piedi anteriori rotondeggianti, compatti e con dita arcuate e raccolte. Unghie forti e ricurve. Buona pigmentazione dei cuscinetti plantari e digitali. Membrana interdigitale molto sviluppata.
Arti posteriori
Giudizio d'insieme
Appiombi regolari, treno posteriore potente e ben rapportato alla mole del cane.
Coscia
Lunga (fino al 35% dell'altezza al garrese), con muscoli ben evidenziati e nettamente divisi, presenta una lieve convessità posteriore.
L'asse del femore, alquanto obliquo dall'alto in basso e dall'indietro in avanti, ha un'inclinazione di 80° sull'orizzontale, l'angolo coxo-femorale è quindi di circa 105/110°. Il piano verticale passante per la coscia, in relazione al piano mediano del corpo, è parallelo.
Gamba
Di poco più lunga della coscia (36% circa dell'altezza al garrese), con buona ossatura e muscolatura, ha la scanalatura gambale ben evidenziata. La sua inclinazione sull'orizzontale va da 50° a 55° con un angolo femoro-rotuleo-tibiale di circa 130/135°. La sua direzione è parallela al piano mediano del corpo.
Garretto
Largo, spesso, asciutto, con salienze ossee ben evidenziate, parallelo rispetto al piano mediano del corpo. L'angolo tibio-metatarsico è di circa 140°.
Metatarso
Asciutto, cilindrico, sempre perpendicolare al suolo.
Piede
Piedi posteriori lievemente più ovaleggianti degli anteriori e con falangi un po' meno arcuate.
Andatura
Passo ordinario. Trotto deciso e brioso. Tratti di galoppo.
Pelle
Ben aderente al corpo in ogni regione, sottile, con tessuto cellulare sottocutaneo scarso. Non deve formare rughe. Il pigmento delle mucose e delle sierose va dal marrone chiaro al marrone scuro o molto scuro, altrettanto dicasi per i cuscinetti carpali, digitali e plantari.
Mantello
Pelo a tessitura lanosa, semi-ruvido in superficie, a riccio molto stretto, incurvato ad anello, con evidente sottopelo. Mai intrecciato a formare cordicelle o boccoli.
L'arricciatura dev'essere distribuita omogeneamente su tutto il corpo, tranne che sulla testa dove il riccio tende ad aprirsi. Mustacchi, barba e sopraccigli ben forniti. Anche le guance sono ricoperte di pelo folto.
Il pelo di copertura e soprattutto il sottopelo sono idrorepellenti.
Poiché il pelo, se non viene tagliato, tende ad infeltrirsi, è necessaria almeno una tosatura completa all'anno, oltre all'eliminazione periodica del pelo e del sottopelo infeltriti.
Colore
Bianco sporco unicolore, bianco a macchie marroni o arancio, roano marrone, marrone unicolore (nelle diverse tonalità), arancio unicolore. In alcuni soggetti è presente la maschera marrone o testa di moro.
Altezza al garrese
Maschi: da 43 a 48 cm (ideale 46 cm)
Femmine: da 41 a 46 cm (ideale 43 cm)
Tolleranza di 1 cm in più o in meno.
Peso
Maschi: da l3a l6 kg
Femmine: da 11 a 14 kg
Difetti
Ogni deviazione dalle caratteristiche indicate nella descrizione di ciascuna regione costituisce difetto che nel giudizio dev'essere penalizzato in rapporto alla sua gravità e diffusione.
Difetti eliminatori
Convergenza degli assi cranio-facciali, canna nasale concava, prognatismo accentuato e deturpante, depigmentazione parziale, strabismo bilaterale, pelo non arricciato o tosato a zero, mantello nero o pezzato di nero, presenza di speroni, coda amputata, altezza al garrese superiore o inferiore al limiti prescritti.
Difetti da squalifica
Enognatismo, monorchidismo, criptorchidismo, depigmentazione totale, occhio gazzuolo.
Lo standard della razza: Lagotto Romagnolo, è stato approvato dall’E.N.C.I. nel luglio 1992 ed è l’unico valido in tutti i paesi della F.C.I. Le traduzioni letterali del testo in tedesco, francese, inglese e spagnolo sono state approvate dalla F.C.I. il 10 marzo 1995. Lo stesso giorno la razza è stata riconosciuta a livello internazionale.
Dopo 28 anni di impegno e lavoro degli appassionati, la razza viene riconosciuta a livello internazionale; infatti, in data 6 luglio 2005, l’Assemblea Generale della F.C.I. riunitasi a Buenos Aires (Argentina), approva definitivamente la razza: Lagotto Romagnolo.
Secondo la Classificazione F.C.I. la razza lagotto romagnolo appartiene al gruppo: Gruppo 8º - cani da riporto, da cerca e da acqua. Sezione 3º cani da acqua, N. 325/bis.
Premessa
Il Club Italiano Lagotto ritiene che l’introduzione di criteri basati sulle attitudini per il lavoro nella selezione del Lagotto Romagnolo sia un passo fondamentale per la tutela di questa razza che possiede delle caratteristiche uniche nel panorama cinofilo mondiale.
L’attitudine per la cerca del tartufo progressivamente affinata nell’ultimo secolo è stata uno degli elementi fondamentali che hanno consentito alla razza di salvarsi da una quasi certa estinzione a seguito della scomparsa del suo ambiente di lavoro e quindi della propria funzione originale.
Per questi motivi si ritiene che la selezione debba operare per tenere unite nei nostri cani le qualità morfologiche con le attitudini funzionali.
Le prove di lavoro devono avere la funzione di evidenziare le qualità che meglio concorrono a fare un buon cane da tartufi.
Le modalità di organizzazione ed i criteri di giudizio andranno orientati in modo che un buon cane da tartufi ben addestrato possa affrontare queste prove senza necessità di una preparazione specifica.
Andatura e portamento
L’andatura del Lagotto Romagnolo è caratterizzata da un trotto sciolto, brioso ed allegro che denota l’intima gioia nello svolgere la propria funzione di cerca. Sono ammessi tratti di galoppo all’inizio del turno, nei rientri su terreno già ispezionato e negli spostamenti è ammesso il passo nelle fasi di accertamento.
L’andatura dovrà adeguarsi alla natura del terreno, ampliando o restringendo il raggio d’azione per realizzare un lavoro utile; l’azione deve essere continua, avida, attenta e diligentissima.
Il portamento di testa è in relazione all’andatura ed alla velocità del cane. Nelle fasi di cerca più spedita la testa è portata leggermente rialzata ma con il tartufo (naso) in prevalenza inclinato verso il terreno; nelle fasi di accertamento al passo la testa è progressivamente abbassata fino ad appoggiare il tartufo al terreno. In presenza di una forte emanazione il Lagotto può alzare notevolmente la testa per farsi guidare dal vento verso l’emanazione stessa (tirata di naso).
La coda può essere portata in linea col rachide dorsale oppure anche più alta ma non arrotolata sul dorso ne tanto meno sotto di se. Al trotto la coda si muove in modo allegro, sovente con ampi e veloci spostamenti laterali. Con la coda il Lagotto segnala al conduttore la presenza del tartufo, accentuandone il movimento. E’ importante che il Lagotto esprima con la coda allegria e volontà sul lavoro.
Cerca
La cerca è volonterosa, avida e determinata, esprime intuito ed iniziativa, viene espletata su linee diagonali con frequenti cambi di direzione, incrociando il terreno che deve essere ispezionato in modo minuzioso e dettagliato.
Il lagotto deve dimostrare di possedere intelligenza, concentrazione ed olfatto adattando l’andatura e l’ampiezza della cerca alle condizioni ambientali. Il cane deve trovare il giusto equilibrio tra: buona copertura del terreno, andatura sufficIentemente brillante e capacità di analisi molto accurata che gli permetta di effettuare anche le forate più difficili. Ciò può avvenire anche a ragionevole distanza dal conduttore.
Quando il Lagotto entra nel campo di una lieve ed ipotetica emanazione rallenta fino al passo risalendo verso l’origine presunta, avvicinando progressivamente il tartufo (naso) al terreno ed accentuando il movimento della coda, può anche fermarsi, effettuare delle inspirazioni profonde ed accennare a raspare. Se l’impressione non è confermata riprende subito l’andatura abituale. Se invece accerta la presenza del tartufo inizia a raspare in modo deciso.
Se durante la cerca incontra una zona di emanazione che lo rende immediatamente certo della presenza del tartufo si dirige sicuro verso l’emanazione ed inizia a raspare senza esitazioni.
Quando percepisce l’emanazione portata dal vento si dirige verso la forata anche a distanza dal conduttore, può rallentare e fermarsi ad inspirare con la testa molto sollevata e rivolta al vento per localizzare meglio la sorgente di emanazione.
Il Lagotto si caratterizza per un collegamento assoluto ed estremamente naturale col conduttore. Pur dimostrando autonomia ed iniziativa nella cerca, sarà sempre pronto a seguire le indicazioni del conduttore in tutte le circostanze, pronto a rientrare o a dirigere la cerca nella direzione indicata.
Il carattere aperto ed operoso e la sua naturale predisposizione al lavoro lo rendono poco sensibile agli stimoli esterni che potrebbero essere causa di disturbo.
È totalmente disinteressato alla presenza ed all’emanazione di selvatici, se non in caso di incontro fortuito, in tale circostanza può mostrare un momentaneo interesse, pronto però a riprendere la cerca al primo richiamo del conduttore.
Forata
Una volta localizzata la forata il Lagotto deve svolgere un’azione di scavo decisa, può fare delle pause di accertamento, annusando le pareti ed il fondo della buca per localizzare meglio il tartufo ed indirizzare di conseguenza lo scavo, può cercare fuori della buca se ritiene di aver già tirato fuori il tartufo. L’azione può essere interrotta dal conduttore ed in questo caso il cane dovrà riprendere prontamente lo scavo se richiesto. L’azione del Lagotto sulla forata deve essere tale da consentire al conduttore il recupero del tartufo.
REGOLAMENTO
Art. 1
Le prove per il Lagotto Romagnolo hanno lo scopo di valutare i cani per quanto riguarda le loro attitudini per la cerca del tartufo evidenziando, ai fini della selezione della razza, i cani che si saranno distinti per qualità naturali, metodo di lavoro e capacità di recepire l’addestramento tipico della razza.
Art. 2
Potranno partecipare alle prove i Lagotti di razza pura, iscritti o iscrivibili al RSR o al ROI .
Art. 3
Nelle prove sono previste categorie separate in funzione dell’età:
· Giovani – da 9 a 30 mesi –
· Veterani – oltre i 7 anni – (facoltativo da parte del proprietario in alternativa alla libera)
· Libera – oltre i 15 mesi.
Sono previste batterie separate per i maschi e le femmine dalla classe giovani in su.
Nei raduni di Club potranno essere iscritti fuori concorso cuccioli e cuccioloni dai 4 ai 12 mesi.
I turni sono normalmente svolti a singolo; l’organizzazione può prevedere lo svolgimento di prove in coppia specificando per quali categorie.
Art. 4
Le iscrizioni dovranno pervenire entro la data stabilita e saranno ritenute valide solo se accompagnate dal relativo importo.
Art. 5
Non sono ammessi cani mordaci, femmine in estro e soggetti castrati, i maschi dovranno avere due testicoli di uguali dimensioni e ben discesi nello scroto.
Art. 6
I conduttori dovranno trovarsi, pena l’esclusione, presenti all’appello nel luogo ed all’orario stabiliti e dovranno esser in seguito a disposizione della Giuria.
Art. 7
Nel caso che lo ritenga opportuno il Comitato organizzatore potrà decidere di suddividere i cani in batterie con almeno sei soggetti presenti in ciascuna di esse, la composizione delle batterie e l’ordine dei turni avverranno per sorteggio.
Art. 8
Le prove saranno giudicate da un Esperto Giudice o da una Giuria plurima. Le Giurie dovranno essere preventivamente ratificate dall’ENCI.
Art. 9
I concorrenti sono tenuti al massimo rispetto del campo di prova, è vietato liberare i cani al di fuori delle apposite aree che verranno messe a disposizione dagli Organizzatori, pena la l’esclusione della prova.
Art. 10
A ciascun concorrente è consentito il ritiro del proprio cane sia prima che durante la prova, senza restituzione della quota d’iscrizione, tranne che in caso di cagne in estro, con presentazione del certificato medico veterinario.
Art. 11
Le prove avranno una durata minima di 10 minuti; il Comitato Organizzatore, in base al numero degli iscritti e/o del terreno a disposizione potrà concordare con la Giuria tempi superiori dei turni.
Art. 12
La Giuria, qualora lo ritenesse necessario, avrà la facoltà di prolungare il tempo dei turni sino al doppio di quello previsto per uno o più soggetti o di richiamarli ad un turno successivo al primo.
Art. 13
Il campo di prova ottimale è costituito da tartufaie naturali con terreno vario e semi coperto, è facoltà della Giuria far lavorare in terreno aperto i soggetti per il tempo necessario per meglio valutare andatura e portamento. Ogni cane dovrà svolgere il turno in parte su terreno già perlustrato da altri cani ed in parte su terreno vergine.
Art. 14
Il cane andrà condotto preferibilmente con i gesti, i richiami troppo frequenti sia a voce che con fischio, saranno penalizzati; durante il turno, il conduttore deve rimanere a contatto con la Giuria per seguirne le eventuali indicazioni.
Al conduttore è fatto obbligo di richiudere accuratamente le buche aperte dal proprio cane pena la squalifica.
Art. 15
La valutazione prenderà in considerazione i seguenti parametri:
· VOLONTA’, il Lagotto dovrà mostrare un’azione avida, continua e determinata, un’iniziativa propria e non ripetutamente stimolata dagli incitamenti del conduttore, buona determinazione nell’affrontare gli eventuali terreni difficili;
· ANDATURA, ottimale è un trotto brioso e spigliato che denota la gioia del cane nello svolgimento del proprio lavoro, sono ammessi tratti di galoppo all’inizio del turno e nei rientri su terreno già ispezionato, ammesso il passo nelle fasi di accertamento;
· CERCA, la cerca si adatterà al tipo di ambiente, dovrà avere un raggio sufficientemente ampio da permettere di coprire una buona quantità di terreno e allo stesso tempo dovrà essere estremamente attenta e diligente in modo da analizzare bene tutta l’area interessata; l’andatura si ridurrà progressivamente nelle fasi di accertamento o nelle zone indicate dal conduttore; il cane dovrà svolgere il lavoro prevalentemente davanti al conduttore e non dovrà distrarsi su emanazioni di selvaggina o su emanazioni improprie;
· DOTI OLFATTIVE, si valuterà la capacità di effettuare forate tralasciate da altri concorrenti e nelle “tirate di naso” sull’emanazione di tartufi maturi portata dal vento;
· COLLEGAMENTO, nell’ambito di un’azione autonoma e determinata il cane dovrà mostrare ottimo collegamento con il conduttore senza manifestare timore, dovrà indirizzare la cerca nella direzione che gli sarà indicata e ritornare prontamente al richiamo a meno ché non stia per forare;
· FORATE, i giudici non considereranno solo il numero di forate ma soprattutto la qualità, tali parametri serviranno per verificare l’efficacia del lavoro e ogni soggetto sarà fatto lavorare anche su terreno già esplorato da altri concorrenti in modo da confrontare i diversi rendimenti, l’azione di scavo dovrà essere decisa e se interrotta dal conduttore dovrà riprendere quando richiesto, si valuterà positivamente l’arresto a comando dello scavo o l’eventuale riporto:
Art. 16
Il giudizio si esplica con l’assegnazione delle qualifiche e con la compilazione della classifica limitatamente ai primi tre soggetti, sarà redatta comunque una relazione per tutti i cani presentati. Le qualifiche assegnabili sono: Abbastanza Buono, Buono, Molto Buono, Eccellente.
Può essere assegnato il certificato CQN, al cane che ha evidenziato doti qualitative di tipo e di distinzione, valido nel lavoro ma con errori causati da carenza di educazione e di addestramento non imputabili al soggetto e che ha effettuato almeno una forata.
Il giudizio dovrà tenere conto anche dell’età del soggetto, nei giovani ci si dovrà basare prevalentemente sulle qualità naturali.
Un cane sarà qualificato se avrà effettuato almeno una forata utile sul tartufo oggetto della prova.
Alla fine della prova, sul terreno, la Giuria procederà alla lettura delle qualifiche e della classifica. La relazione dovrà, salvo necessità particolari ,essere illustrata a fine manifestazione sul luogo del raduno.
Art. 17
Difetti ed errori che comportano penalizzazione ed eventualmente eliminazione sono:
· stile e metodo di lavoro non conforme alla razza;
· mancanza di iniziativa e discontinuità nell’azione;
· cerca disordinata ed inconcludente;
· abbandono della forata;
· grave mancanza di ubbidienza e fuori mano;
· mancanza di fondo;
· più di due forate a vuoto;
· curare con insistenza emanazioni di selvaggina ed eventuale rincorsa a fondo;
· disturbo del compagno di coppia e/o insistenti fasi di riferimento;
· paura degli spari e dei rumori; timidezza ed aggressività.
Spetta al Giudice di valutare obiettivamente la gravità di un errore compiuto dal cane, considerando le diverse circostanze che lo hanno provocato.
Qualunque errore commesso nel primo minuto del turno e del richiamo non comporta l’eliminazione.
Art. 18
L’organizzazione dovrà favorire, per quanto possibile, la visibilità delle prove da parte del pubblico, compatibilmente con la natura del terreno; gli spettatori, eventualmente divisi in modo da formare gruppi non numerosi, potranno seguire la Giuria secondo le indicazioni della stessa, in perfetto silenzio e senza disturbare in alcun modo i concorrenti. La Giuria ha comunque facoltà, a suo insindacabile giudizio, di non consentire al pubblico di seguire i turni.
Art. 19
Per quanto non previsto si fa riferimento al Regolamento Speciale delle Prove di Lavoro.
In data 3 ottobre 2006 viene approvato dal Consiglio Direttivo dell’E.N.C.I, su proposta della Commissione Tecnica Centrale del Comitato Consultivo degli Esperti. la motivazione per la creazione di uno Standard di lavoro nasce su precisi criteri basati sulle attitudini per il lavoro nella selezione del Lagotto Romagnolo. Ciò anche perché questo standard è un mezzo fondamentale per la tutela di questa razza che possiede delle caratteristiche uniche nel panorama cinofilo mondiale.
Progressivamente si è affinata nell’ultimo secolo, in modo pressoché esclusivo nel panorama mondiale, l’attitudine di questa per la cerca del tartufo ed è questo uno degli elementi fondamentali che hanno consentito alla razza di salvarsi dall'estinzione per la scomparsa del suo ambiente di lavoro e quindi della propria funzione originale.
A causa di ciò si è scelto di operare affinché la selezioni esalti sempre più le qualità morfologiche con le uniche attitudini funzionali.
Il regolamento della prove da lavoro per il lagotto romagnolo prevede 16 Articoli .
Il Lagotto è nato per lavorare attivamente. In genere hanno un sensorio molto acuto. Sono molto fedeli e amorevoli cosa che lo rende un cane da compagna ideale per la famiglia. Essi sono estremamente adatti all'adddestramento. Vanno molto facilmente d'accordo con altri animali, se socializzati fin dalla giovane età. Il lagotto ha bisogno di un molto esercizio e devono sempre essere impegnati in un lavoro. Hanno un istinto naturale per il recupero e in genere non vengono disturbati dal gioco o da altri animali selvatici.
Oggi il Lagotto viene allevato soprattutto come cane daricerca del tartufo e non come cane da caccia o da riporto. Infatti, il loro olfatto molto sviluppato li rende eccellenti cani da ricerca.
Sono, inoltre, eccellenti nuotatori che non mostrano esitazione. in qualunque tipo di ambiente acquatico. Hanno un mantello molto impermeabile che li rende capaci di lavorare a lungo in acque anche gelide. Il lagotto va d'accordo con i bambini diventandone ottimi compagni a condizione che facciano un esercizio sufficiente.
È una razza facilmente addestrabile a vari compiti, ha una scarsa propensione all'abbaio; e non è aggressivo verso i consimili .
Il lagotto ama scavare e deve essere istruito a non scavare nei giardini; molti proprietari creano loro un angolo apposito per consentire loro di soddisfare le esigenze di scavatori.
Inizialmente presente solo in Romagna, ora ci sono allevamentori in tutta Italia, ed all'estero. L'elenco degli allevatori (tutte le razze) iscritti all'ENCI comprende diversi allevamenti dedicati alla razza.
A tutto il giugno 2010 risultano iscritti 979 esemplari nel libro delle: Statistiche della popolazione canina iscritta all'ENCI .
All'estero negli anni si sono costituiti diversi Club di razza:
Il lagotto vive circa 16 anni. È un cane molto rustico con pochi problemi di salute; le possibili patologie genetiche di cui può soffrire sono:
Il Lagotto Romagnolo è un'antica razza da riporto in acqua. E' presente dal 1800 nelle zone paludose di Ravenna e nelle pianure di Comacchio. Con la bonifica di quasi tutte le zone paludose d'Italia, avvenuta nel corso dei secoli, il Lagotto Romagnolo dovette trovare un altro "lavoro" per aiutare l'uomo e quindi si è pian piano specializzato nella ricerca al tartufo in aperta campagna e sulle zone collinari romagnole. E' divenuta, a livello mondiale, l'unica razza riconosciuta con questa attitudine. Il suo olfatto è semplicemente infallibile ed ormai per lui, trovare un tartufo, è divenuta un'operazione molto facile.
Cane di media-piccola taglia, con proporzioni buone e di aspetto forte, robusto e rustico al tempo stesso. La particolarità estetica che lo caratterizza è il pelo riccio e lanoso su tutto il corpo, compresa la testa. Le doti di rusticità ne istituiscono la funzionalità al lavoro.
Canino dall'espressione sempre vigile e attenta a tutto. Molto vivace e gioviale con le persone che lo circondano quotidianamente, ma anche con estranei, appena preso confidenza. Per lui essere portato a caccia di tartufi è quasi diventato una sorta di gioco. Mentre svolge il suo lavoro esibisce passione e efficienza. Si sente esperto in questo tipo di ricerca e ama mettersi in mostra con il suo insuperabile olfatto. L'istinto venatorio è stato pian piano cancellato, così da non venire distratto dal selvatico. Legato in modo incredibile al suo padrone; si dimostra un ottimo cane da compagnia per la sua intelligenza ed obbedienza. E' una razza facilmente addestrabile.
ORIGINE: Italia
UTILIZZO: cane da tartufi
CLASSIFICAZIONE FCI
Gruppo 8 : Cani da riporto, Cani da cerca, Cani da acqua
Sezione 3 : Cani da acqua
Senza prova di lavoro
CENNI STORICI: antica razza di cani da riporto di selvaggina acquatica nelle terre basse di Comacchio e le paludi di Ravenna. Durante i secoli le zone attorno a Ravenna furono prosciugate per farne terreni arabili. In seguito il Lagotto è divenuto un eccellente cane da tartufi utilizzato nelle piane e nelle colline della Romagna.
ASPETTO GENERALE: cane di taglia piccolo-media, ben proporzionato, di costituzione potente, di aspetto rustico, con pelo denso e arricciato di tessitura lanosa.
PROPORZIONI IMPORTANTI: la lunghezza della testa rappresenti il 40% dell'altezza al garrese. Il cane è pressoché tanto alto quanto lungo. La lunghezza del cranio deve essere superiore alla metà della lunghezza totale della testa. La lunghezza del musello è inferiore di 2/10 a quella del cranio (44% contro il 56%). L'altezza del petto è inferiore alla metà dell'altezza al garrese (circa 44%).
COMPORTAMENTO/CARATTERE: dotato di una naturale attitudine alla ricerca e di un fiuto molto fine, è un efficace cane da tartufi. Essendo scomparso il suo istinto di cacciatore, non è distratto nelle sue ricerche all'odore della selvaggina. Il Lagotto è docile, poco esigente, sveglio, affettuoso, molto attaccato al suo padrone e facile da educare. È un ottimo cane da compagnia, capace di dare l'allarme. TESTA: vista dal di sopra, è moderatamente forte e di forma trapezoidale; gli assi superiore del cranio e della canna nasale sono leggermente divergenti.
REGIONE CRANIALE
Cranio: largo a livello degli zigomi e di lunghezza uguale alla larghezza. Visto di profilo, dallo stop all'occipite, il cranio è più lungo del musello. Leggermente convesso, tende ad appiattirsi verso l'occipite. Prominenza delle ossa frontali evidente, meno evidenti le fosse sopraorbitali. Stop: non troppo evidente.
REGIONE FACCIALE
Tartufo: voluminoso con narici largamente aperte ed ali mobili. Solco verticale fortemente marcato. Visto di profilo, il tartufo costituisce un prolungamento lo stesso livello della canna nasale e supera leggermente il piano anteriore delle labbra. Il colore, appropriato a quello del manto, va da marrone chiaro a marrone scuro.
Musello: piuttosto largo, un po' più corto del cranio, di altezza solo lievemente inferiore alla lunghezza. Forma leggermente conica con estremità troncata e moderatamente piatta. Canna nasale dritta.
Labbro: non troppo spesso, moderatamente teso, così che il profilo inferiore del muso è determinato dalla mandibola. Sono coperte di pelo lungo e piuttosto rigido che forma mustacchi. Viste di fronte, le labbra formano un largo semicerchio. Colore dei bordi che va dal marrone chiaro al marrone scuro.
Mascelle/denti: mascelle forti con branche pressoché diritte ed un corpo mandibolare relativamente forte. Articolazione completa sia a forbice che a tenaglia. Denti bianchi e ben sviluppati. Tollerato un leggero prognatismo inferiore.
Guance: piatte.
Occhi: piuttosto grandi, arrotondati, ben separati, riempiono bene le orbite. Il colore dell'iride vada una tinta ocra a nocciola e marrone scuro a seconda del colore del manto. Le palpebre sposano bene la forma del globo oculare; il colore del borgo delle palpebre va dal marrone chiaro al marrone scuro. Ciglia molto bene sviluppate. Sguardo attento, espressione sveglia e viva.
Orecchie: di grandezza media in rapporto alla testa, triangolari, con l'estremità arrotondata; attaccatura larga piazzata immediatamente al di sopra dell'arcata zigomatica. Sono pendenti a riposo e leggermente rialzate quando il cane presta attenzione; passate al di sopra del musello, devono raggiungere un quarto della sua lunghezza. Sulle orecchie i peli sono meno arricciati, ma rimangono comunque molto ondulati. Non vi sono peli corti sulle orecchie. La faccia interna del padiglione auricolare è anch'essa coperta di peli.
COLLO: forte, muscoloso, asciutto, di sezione ovale; sottogola sciolta e senza traccia di fanoni. Linee superiore leggermente incurvata. Nei maschi, il perimetro del collo può essere doppio della sua lunghezza. La lunghezza del collo è leggermente inferiore a quella della testa.
CORPO:
Raccolto, forte, di lunghezza pari all'altezza al garrese.
Linee superiore: dritta dal garrese alla groppa.
Garrese: più alto della groppa.
Dorso: dritto, molto muscoloso.
Regione lombare: corto, molto solida leggermente incurvata vista di profilo; larghezza pari o superiore alla lunghezza.
Groppa: lunga, larga, muscolosa, leggermente inclinata d 25-30 gradi.
Petto: ben sviluppato, scende fino ai gomiti; piuttosto stretto nella parte anteriore, si allarga verso l'indietro a partire dalla sesta costola.
Linea inferiore e addome: la sezione sternale formano una linea dritta e lunga che si alza molto leggermente verso l'indietro.
CODA: attaccata ad altezza media, si assottiglia progressivamente verso l'estremità; lunghezza tale da raggiungere il garretto. A riposo è portati forma di sciabola; in attività portata nettamente più alta. Al lavoro e in stato di eccitazione può essere portato sul dorso, ma non deve mai essere arrotolata.
ARTI
ARTI ANTERIORI Verticali visti di faccia e di profilo.
Spalle: scapole lunghe (30% dell'altezza al garrese), molto oblique (da 52 a 55 gradi), muscolose, forti e ben adese alla parete toracica, pur rimanendo libere nei loro movimenti. Angolo scapolo omerale da 110 a 115 gradi.
Braccio: muscoloso, di ossatura fine, della stessa lunghezza della scapola; inclinazione sull'orizzontale di circa 60 gradi.
Gomiti: ben aderenti al corpo ma non schiacciati contro la gabbia toracica e ricoperti di pelle fine. Come le braccia sono paralleli al piano sagittale del corpo; la punta del gomito si trova sulla verticale tracciata dall'angolo posteriore della scapola al suolo.
Avambraccio: perfettamente verticale, lungo (36% dell'altezza garrese), con ossatura compatta e solida di sezione ovale.
Carpo: visto di fronte, è nel prolungamento verticale dell'avambraccio, fine, solido e soffice; l'osso pisiforme è nettamente prominente.
Metacarpi: un poco meno spesso e di ossatura più fine rispetto all'avambraccio; mobile; visto di profilo forma un angolo di 75-80 gradi rispetto al suolo. Piedi anteriori: leggermente arrotondati, compatti, con dita serrate e arcuate; unghie forti e ricurve; cuscinetti ben pigmentati; membrane interdigitali molto bene sviluppate.
ARTI POSTERIORI In appiombo, potenti, ben proporzionati alla taglia del cane.
Cosce: lunghe (35% dell'altezza garrese), con muscoli molto evidenti e nettamente separati. L'asse del femore presenta un inclinazione di 80 gradi sull' orizzontale. L'angolo coxo femorale va da 105 a 110 gradi. Cosce parallele al piano mediano del cane.
Grassella: l'angolo della grassella va da 130 a 150 gradi.
Gambe: leggermente più lunghe della coscia (36% dell'altezza garrese) con buona ossatura e buona muscolatura. Tendini marcati. L'inclinazione della gamba sull' orizzontale va da 50 a 55 gradi.
Garretti: larghi, spessi, asciutti, con contorno osseo nettamente disegnato; paralleli al piano mediano del corpo. Angolo del garretto di circa 140 gradi.
Piedi posteriori: di forma un poco più ovale degli anteriori, con dita un po' meno incurvate.
ANDATURE: passo regolare, trotto energico e vivo, galoppo per brevi periodi.
PELLE: ben aderente al corpo, senza pliche, fine, con tessuto sottocutaneo poco abbondante. Pigmentazione delle mucose e dei cuscinetti che va dal marrone chiaro al marrone molto scuro.
MANTO
Pelo: di tessitura lanosa, un poco ruvido in superficie, forma riccioli ad anello molto fitti che lasciano intravvedere il sottopelo. I riccioli sono diffusi su tutto il corpo a parte la testa dove sono meno fitti e formano sopracciglia, mustacchi e una barba abbondante. Anche le guance sono coperte da pelo spesso. Sia il pelo di copertura che il sottopelo sono impermeabili. Se non viene tosato tende a infeltrire, pertanto occorre procedere ad una tostatura annuale e bisogna rimuovere periodicamente il pelo e il sottopelo infeltriti.
Colore: bianco monocolore, bianco marcato di marrone o di arancione, roano-marrone, marrone monocolore nelle sue varie sfumature, arancione monocolore. Alcuni soggetti presentano una maschera marrone o bruno scuro.
TAGLIA
Altezza al garrese
Maschi: da 43 a 48 cm (ideale 46 cm)
Femmine: da 41 a 46 cm (ideale 43 cm). Tolleranza di un centimetro in più o in meno.
PESO Maschi: da 13 a 16 kg Femmine: da 11 a 14 kg.
DIFETTI
Ogni scarto da quanto sopra deve essere considerato un difetto da penalizzare in funzione della sua gravità
Assi del cranio e della canna nasale convergenti
Tartufo parzialmente depigmentato
Canna nasale concava
Prognatismo inferiore pronunciato
Strabismo
Coda amputata
Speroni
Pelo poco arricciato oppure raso
Mantello nero o con macchie nere
Taglia fuori standard
DIFETTI ELIMINATORI
Tartufo completamente depigmentato
Prognatismo superiore
Occhio vairone
Pelo filamentoso.
N.B. I maschi devono avere i testicoli di aspetto normale completamente discesi nello scroto.