Il Setter Inglese è una razza canina originaria dell'Inghilterra, affinata intorno al 1808 da Sir Edward Laverack (1798-1877) dopo un'accurata selezione a partire da vari ceppi genetici preesistenti in terra d'albione. In seguito la razza venne conservata e ne venne promossa la diffusione ad opera di Sir. Purcell Llewellin e di William Humphrey. È un cane molto dolce e mite, adatto sia alla compagnia ed eccellente per la caccia (sia da riporto che da punta). Infatti il nome stesso deriva dalla predisposizione del cane di flettersi in vicinanza della preda. Il nome deriva dal verbo to set (puntare) e non to sit (sedersi)come molti credono. I Setter Inglesi che fermano seduti non sono cinofilicamente più pregiati di quelli che fermano in piedi.
Le sue antiche origini risalgono addirittura al 1500, periodo in cui il conte Leicester adoperò il Setter in battute di caccia. Successivamente, la sua particolare attitudine ad acquattarsi e strisciare in presenza della preda fu considerata una delle caratteristiche che interessarono Laverack a questa razza. Laverack, rimasto orfano a 14 anni, venne adottato da uno zio, ricco industriale di Manchester, che morendo, quattro anni dopo, gli lasciò in eredità un ingente patrimonio. Il giovane decise di abbandonare la carriera industriale, per la quale non si sentiva affatto portato,e si trasferì in campagna cominciando ad allevare cani. Nel 1825 acquistò dal reverendo Harrison una coppia di setters (Ponto e Old Moll), cui si aggiunsero poi altri due soggetti. Questi quattro esemplari, però, si dimostrarono poco prolifici e, a causa della loro consanguineità, eccessivamente nervosi. Purcell Llewellin, amico e collaboratore di Laverack, tentò di diminuire tali difetti mediante immissioni di incroci di setters provenienti da altri allevamenti (setter nero focati, setter irlandese). Nel 1865 cominciarono le field trials ed i setters iniziarono il loro galoppo verso il successo e la notorietà. Inizialmente però, in Italia, il setter Laverack venne osteggiato: era considerato troppo bello e armonioso; a quei tempi, infatti, il cane da caccia doveva essere -questa almeno era la concezione- robusto e basta. L'estetica non aveva alcun significato, anzi, proprio come accadeva per il setter, diventava una condanna. Il primo esemplare italiano esordì a Milano in una mostra del 1881 e successivamente, nel 1920, comparve il primo allevamento di setter in Italia. Il setter cominciò così ad acquistare notorietà e a diventare un soggetto apprezzatissimo.
Il setter inglese unisce alla potenza, senza pesantezza, l'eleganza delle forme; il suo aspetto denota grande facilità di movimenti, muscoli lunghi, ossatura non troppo forte. Il setter ha un aspetto particolarmente gradevole. Lo sguardo è sempre dolce, attento, vivace. Il colore del manto ha spesso una serie di sfumature che contribuiscono ad esaltarne l'estetica, e può essere molto variabile: bianco e nero tendente al blu (blue belton); bianco e arancio (orange belton); bianco e marrone (liver belton); tricolore (bianco a macchie scure e focature). La velocità è una delle prerogative del setter che si dimostra un soggetto particolarmente versatile; infatti, durante la caccia, si muove con galoppo morbido e leggiadro, senza esprimere potenza (come il cugino Pointer Inglese): ciò gli permette di esplorare in breve tempo gran parte del territorio disponibile, grazie anche ad un'elevata resistenza alla fatica.
Uno dei maggiori problemi di salute del Setter Inglese è la propensita' alla sordita' congenita. Il 2.1% dei cani di questa razza sono sordi da entrambe le orecchie ed lo 10.3% sono sordi da un orecchio.. Un altro problema piuttosto comune è la tiroidite autoimmune che si riscontra nel 27.4% degli esemplari )
La Cinognostica (cino = cane, gnostica = conoscenza) è una branchia della Zoognostica (Scienza che studia e classifica gli animali in base ai loro caratteri morfologici, fisiologici ed alle loro attitudini, determinandone il valore funzionale e commerciale) che mira alla valutazione delle razze canine a partire dal loro fenotipo. La Cinognostica si basa sull'osservazione diretta del cane e sulla Cinometria (cino = cane, metria = misurazione). Le principali misurazioni sono indirizzate a stabilire: la lunghezza del tronco, l’altezza, l’inclinazione della groppa, l’inclinazione della spalla, la capacità toracica, la lunghezza dell’avambraccio e la lunghezza dei lombi. (tratto da http://www.fongaros.it/zoo.pdf "La forma è solo l'espressione plastica della funzione?" Autore: Fongaro Renato)
Alcuni parametri:
Testa. La lunghezza del cranio è uguale a quella del muso e la metà della lunghezza totale si trova sulla linea orizzontale che congiunge i due angoli interni degli occhi.
Labbra e muso. Labbra sviluppate appena, da coprire ai lati la mandibola, dunque molto morbide, adderenti, ma non troppo spesse o flaccide e pendenti.
Orecchie. Le orecchie sono attaccate in basso, al di sotto od al massimo all'altezza della rima palpebrale. Di lunghezza moderata, non devono mai raggiungere i 2/3 della lunghezza totale della testa. Nel loro sviluppo longitudinale presentano un plica centrale che denota una sottile cartilagine (mai accartocciate). Non devono mettere in evidenza il padiglione interno. La tessitura del pelo delle orecchie presenta frange non più lunghe di un paio di centimetri e può essere liscio od ondulato. La faccia interna (padiglione) è liscia, glabra o quasi, con leggere pliche cartilaginee longitudinali.
Occhi. Grandi, brillanti, dolci ed espressivi, denotano intelligenza; prevalentemente sono di color nocciola scuro ma sono tollerati anche nocciola chiaro (mai più chiari - in tal caso, difetto da squalifica) nei soggetti dal manto bianco-arancio.
Le palpebre. Sono formazione cutaneomembranose che ricoprono gli occhi per proteggere e distribuire il liquido lacrimale). Devono essere aderenti al bulbo oculare e non devono presentare malformazioni congenite quali ectropion od entropion. I margini palpebrali debbono essere pigmentati (difetto da squalifica) e provvisti di ciglia. La forma dello spazio tra le due palpebre, detta rima, è dettata dalla posizione dall'occhio sul cranio.
Corpo. Ha un torace atletico, il petto è ben aperto e largo con muscoli pettorali ben sviluppati; gli arti si presentano ben sviluppati a livello muscolare, con una ossatura resistente ma leggera (classificato appunto come un "leggero mesomorfo").
Le origini del Setter Inglese (English setter) sono comuni a quelle del “Setter Irlandese rosso”. Questa razza deriverebbe dall’antico Epagneul, il cosiddetto “Bracco da quaglie” o “Chien d’oysel”. Razza diffusissima in tutta Europa. Gli allevamenti italiani producono dei grandissimi soggetti.
Cane di media taglia. È considerato il più bello e il più affascinante tra tutti cani da ferma. È, come il “Setter Irlandese”, un mesomorfo leggero, il cui tronco sta nel quadrato. È una razza che trasmette grande eleganza ed è caratterizzato da una grandissima flemma. Il suo fascino deriva dal fatto che, oltre alle sua morfologia di inconfutabile bellezza, durante la caccia si mette in mostra e si distingue sempre.
Cane molto allegro e vivace. È una razza affettuosa e molto attaccata al padrone. È adatto anche a stare sempre a contatto diretto con i bambini. È un eccezionale cane da ferma. Strano a dirsi, ma questa razza è molto impiegato anche per la compagnia e soprattutto come cane da show. Bisogna porre una certa attenzione alle orecchie: è molto facile che vi si insinuino corpi estranei.
ORIGINE: Regno Unito
UTILIZZO: cane da ferma
CLASSIFICAZIONE FCI
Gruppo 7 : Cani da ferma
Sezione 2.2: Cani da ferma britannici e irlandesi
Con prova di lavoro
ASPETTO GENERALE: di taglia media, linee pure, elegante nell'aspetto e nei movimenti.
COMPORTAMENTO/CARATTERE: molto attivo e dotato di un senso acuto della caccia. Estremamente amichevole e dotato di buon carattere.
TESTA
Portata alta, lunga e asciutta, senza esagerazione.
REGIONE CRANIALE
Cranio: ovale da un orecchio all'altro, con grande capacità cefalica. Protuberanza occipitale ben marcata.
Stop: bene marcato.
REGIONE FACCIALE
Tartufo: nero o di color fegato, a seconda del colore del manto. Narici molto aperte.
Musello: molto squadrato e di altezza media; la lunghezza dallo stop all'estremità del tartufo è uguale alla lunghezza del cranio dall'occipite agli occhi.
Labbra: non devono essere cadenti.
Mascelle/denti: forti, con l'articolazione a forbice. Ricercata dentatura completa.
Occhi: brillanti, dolci e espressivi. Colore che va da nocciola a marrone scuro; più gli occhi sono scuri più sono apprezzati. L'occhio più chiaro e accettabile solamente nel soggetto marrone e bianco. Di forma ovale; non prominenti.
Orecchie: di lunghezza media, con attaccatura bassa; cadono a piatto contro le guance. Estremità vellutata, parte superiore fornite di pelo sottile e setoso.
COLLO: collo piuttosto lungo, muscoloso e asciutto, leggermente convesso nel profilo superiore e nettamente disegnato nella sua giunzione con la testa. Più forte e solido verso la spalla. Non ammessi fanoni o pelle lassa nel sottogola.
CORPO
Di lunghezza moderata.
Dorso: corto e orizzontale.
Regione lombare: larga, leggermente convessa, forte e muscolosa.
Petto: ben disceso nella regione sternale, che è molto alta e larga fra le scapole; costole ben cinturate; le ultime costole sono lunghe.
CODA: attaccatura pressoché a livello della linea del dorso. Di lunghezza media, non supera il garretto, non è né a cavatappi né annodata. Leggermente incurvata, ma senza tendenza a portarsi verso l'alto. Dotata di frange che partono poco dopo l'attaccatura e aumentano di lunghezza verso la metà, per poi accorciarsi verso l'estremità. I peli sono lunghi, brillanti, dolci e setosi, ondulati ma non arricciati. La coda è attiva e si muove molto in azione; portata su un piano che non supera mai il livello del dorso.
ARTI
ARTI ANTERIORI
Spalla: ben disposta obliquamente all'indietro.
Gomito: ben disceso contro il corpo.
Avambraccio: dritto e molto muscoloso, con muscolatura arrotondata.
Metacarpo: corto, forte, rotondo e dritto.
ARTI POSTERIORI
Gli arti posteriori sono molto muscolosi, comprese le gambe.
Coscia: lunga.
Grassella: ben angolata.
Garretto: non aperto né chiuso; ben disceso.
PIEDI : sono dotati di buoni cuscinetti con dita ben arcuate serrate. Protetti da abbondante pelo interdigitale.
ANDATURE: andatura franca e armoniosa che suggerisce velocità e resistenza. I garretti si muovono liberamente rivelando la potenza di spinta del retrotreno. Visti da dietro, anche, grassella e garretti sono sulla stessa linea. Testa portata naturalmente alta.
MANTO
Pelo: il pelo, a partire dalla regione posteriore della testa a livello delle orecchie, è leggermente ondulato ma non arricciato, lungo e setoso, come in generale nei setter. Presenza di abbondanti frange degli arti posteriori, dalla natica fin quasi al piede.
Colore: nero e bianco, arancione bianco, limone e bianco, oppure tricolore, cioè nero, bianco, e focato o marrone. In ogni caso i colori devono essere uniformemente distribuiti, senza macchie pesanti. Saranno preferiti i mantelli macchiettati.
TAGLIA
Altezza al garrese
Maschi: da 64 a 68 cm
Femmine: da 61 a 65 cm.
PESI
Maschi: da 27 a 29, 5 kg
Femmine: da 25 a 28 kg.
DIFETTI
Ogni scarto da quanto sopra deve essere considerato un difetto da penalizzare in funzione della sua gravità
N.B. I maschi devono avere i testicoli di aspetto normale completamente discesi nello scroto.