Accessori
Scelta del collare
Il collare svolge diverse funzioni nel rapporto uomo-cane e permette di evitare numerosi pericoli attraverso un adeguato controllo
Dottor Alberto Franchi
Ultimo aggiornamento: 30 Maggio 2016 | 4 minuti di lettura
Subito ci si è presentato il dilemma: quale collarino scegliere?
Nei negozi ce ne sono tanti da perderci la testa.
Desidero ricordarle che diverrà di grande taglia, quindi difficile da contenere con la sola forza.
Spero che avrò modo di leggere una sua risposta.
È corretto ricordare che il collare svolge numerose funzioni nel rapporto uomo-cane e non ha senso ritenere più libero un cane permettendogli di gironzolare senza un adeguato controllo: lo si pone davanti a numerosi problemi e pericoli che è sempre opportuno evitare.
Il collare è utile per una prima identificazione dell’animale, unitamente al tatuaggio o al microchip.
Consiglio di agganciarvi una medaglietta in metallo recante incisi i dati del proprietario, del veterinario curante ed il nome del soggetto.
Il collare è, insieme al guinzaglio, un ottimo mezzo per comunicare al cane il nostro stile di passeggiata e per influire su di esso con la nostra esperienza e con la nostra autorevolezza impiegando quel tatto esclusivo che distingue il buon vero proprietario di cane.
Per quanto riguarda il tipo ne possiamo trovare diversi modelli in commercio.
Consideriamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi dati dalle diverse soluzioni.
I collari in cuoio (o in nylon) a fibbia, fissi, non sono adatti ad esercitare un adeguato controllo sull’animale, e risultano inefficaci per impartirgli dei comandi.
Sono tuttavia preferiti da molti proprietari, convinti che non siano lesivi per l’animale. Sono in realtà i primi responsabili di una comune patologia canina detta tracheite da collare.
Quando l’animale tira, tutta la forza viene convogliata su un punto ristretto in corrispondenza della trachea, che molto facilmente va incontro ad infiammazioni o lesioni.
I collari a pettorina, giudicati altrettanto positivamente da molti proprietari, soprattutto di cani mini, non svolgono alcuna funzione se non quella di offrire un appiglio al gancio del guinzaglio: non permettono nessuna comunicazione fra conduttore e animale ed instaurano unicamente un abitudinario rapporto di tiro alla fune fra uomo e cane, dalle peculiarità talvolta umoristiche per i passanti.
Se possono essere tollerati per cagnolini, non si devono ritenere idonei per animali di media o grossa taglia.
I collari a catenella, contrariamente a quanto si ritiene comunemente, sono i più indicati e i meno lesivi per l’animale, soprattutto se impiegati correttamente.
Rappresentano infatti uno dei migliori mezzi non solo per il controllo dell’animale, ma anche per la comunicazione di utili messaggi.
Agiscono sulla intera circonferenza del collo dell’animale. Quando il cane tira, la catenella esercita una pressione soprattutto ai lati del collo, preservando pertanto la delicata trachea.
Inducono l’animale ad un momentaneo senso di impotenza che lo porta ad un comportamento più opportuno.
Con l’esercizio lo stesso rumore dato dallo scorrimento degli anelli comunica al cane il messaggio del conduttore, quindi lo induce a seguirne gli intenti senza alcun dolore o costrizione fisica.
Il collare può essere usato incautamente o maldestramente da persone inesperte, che pretendono di usare la forza o la violenza per sopperire alla loro mancanza di autorità ed alle proprie lacune conoscitive.
Esistono altri tipi di collari: non sono ancora molto comuni, tuttavia meritano un cenno in quanto molto adatti per il controllo dell’animale.
Sono i collari a cavezza e le pettorine “no pull”.
I primi particolarmente indicati per prevenire morsi accidentali e soprattutto per attirare a sé, costantemente, l’attenzione dell’animale; i secondi per l’educazione di un cane che abbia una specifica tendenza a tirare nella passeggiata.
Di fondamentale importanza resta in ogni caso la conoscenza di base per un buon rapporto con il proprio animale e la consapevolezza che ogni comunicazione ed ogni ordine vanno impartiti senza usare violenza o abusi sull’animale.
Dottor Alberto Franchi medico veterinario a Verona
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