Comportamento e Psicologia

Educare il gatto a non infierire su di noi con le unghie e con i denti

Con un atteggiamento adeguato da parte del proprietario ed impartendo una buona educazione all’animale è facile indirizzare il gatto verso un appropriato impiego di artigli e denti

Dottor Alberto Franchi

Ultimo aggiornamento: 29 Novembre 2017 | 3 minuti di lettura

Carissimo Dottor Franchi, è a suo parere possibile educare i gatti a non infierire su di noi con le unghie o rimarrà per sempre un sogno per noi che portiamo su mani e braccia i segni delle loro intemperanze?
Grazie sin d’ora, spero di leggere una sua risposta sul sito.

Molti proprietari di animali giungono negli ambulatori dove visito per presentarmi il loro animale di casa e finiscono con il mostrarmi i segni tangibili del gioco focoso del loro prediletto; talvolta con orgoglio, talvolta con irritazione od invece sconforto.
Con un atteggiamento adeguato da parte del proprietario ed impartendo una buona educazione all’animale è abbastanza facile indirizzare i gattini verso un appropriato impiego di quelle armi acuminate o robuste che sono gli artigli e i denti del gatto.
Basilare è ricordare che anche se compagni piccoli, soffici e coccoloni sono pur sempre animali cacciatori, quindi hanno l’attrezzatura atta a catturare la preda ed ucciderla e con il gioco imparano ad impiegarla nel modo dovuto.

Gatto che graffia

Il punto fondamentale per trasmettere una buona educazione ai giovani animali è quello di incanalare la loro energia ed il loro bagaglio istintivo di cacciatori verso oggetti ed attività che non rechino offesa all’uomo.
I gattini possono iniziare a ritrarre le unghie intorno al primo mese di vita e tramite il gioco con la madre ed i fratellini imparano ben presto il differente significato di un colpo di zampa inferto con le unghie ritratte o al contrario estroflesse.
Il gioco pesante non viene tollerato nella famigliola del gattino: miagolii dei fratelli e rimbrotti della madre sono più che sufficienti per inibirlo.
Questo è un valido motivo per allontanare i gattini dalla nidiata solo dopo i due o anche i tre mesi: per dare quindi modo a mamma gatta di controllare interamente tutte le fasi del gioco, cosicché il cucciolo non impari ad usare il gioco rude.
È frequente riscontrare nei cuccioli orfani allattati e svezzati artificialmente questa mancanza di apprendimento: in questi casi è doveroso per chi accudisce il piccolo sostituirsi alla madre anche come educatore.

Se il giovane animale viene autorizzato o addirittura invitato dal proprietario ad usare le unghie nei giochi con le persone, non imparerà facilmente a correggersi ed avremo un animale adulto che probabilmente si relazionerà con tutti impiegando le unghie, con gli intuibili esiti.
Spesso vengono utilizzati anche piedi o arti per giocare con i piccoli gatti: dovremmo astenerci da queste abitudini, avendo l’accortezza di preferire le attività sostitutive poco sopra riportate.
Per i giovani gatti è consigliabile inserire nella toeletta anche il periodico taglio o la limatura delle unghie in modo che questa manualità venga sopportata o anche gradita dall’animale, specialmente se rafforzata da piccoli ghiotti compensi.

Per concludere, non si dovrebbe mai tollerare o tantomeno incoraggiare il gioco violento dei giovani animali. È preferibile invece interagire con loro nel momento del gioco con giocattoli o altri oggetti che destino il loro interesse senza al contempo rivelarsi pericolosi o dannosi.


Dottor Alberto Franchi medico veterinario a Verona
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