L'enorme passione per i cani, le loro origini, la loro evoluzione, il loro inserimento nella società umana, l'addestramento, la comunicazione e tutto ciò che riguarda appunto la cinofilia, hanno sempre destato in me un interesse spontaneo, sincero e gratuito, come una sorta di evidente vocazione a cui non ho mai potuto e voluto sottrarmi.
Questo connaturato e curioso coinvolgimento è sfociato in un crescendo di studi ed approfondimenti continui.
Le frequentazioni preferite erano e sono (ovviamente) i rifugi, i canili, le pensioni, gli allevamenti, le esposizioni i Club, i Centri Cinofili...
Già all'età di quattordici anni prestavo opera di volontariato presso canili e ricoveri per randagi, offrendo tutte le energie ed i poveri risparmi (le paghette settimanali finivano in mangimi, biscottini, pasta, collari...) con la speranza di rasserenare la forzata degenza degli sfortunati animali.
Così facendo potevo interagire con loro, guardarli, capirli, conoscerli.
Ho purtroppo incontrato tantissimi cani traditi, amaramente delusi ed ingiustamente sopraffatti da un feroce e spietato meccanismo umano delirante.
Mentre pulivo le loro cucce e cambiavo l'acqua nelle ciotole li osservavo pietosamente: l'indimenticabile Killer, incrocio biondo, femmina, di grande mole, la quale era stata condannata a vita perchè accusata di reagire bruscamente quando le veniva disinfettato l'ano con alcool etilico!!! Reddy, setter irlandese, trovato in condizioni deplorevoli, in fin di vita, legato ad un albero con del filo di ferro arrugginito stretto, stretto, impossibilitato ad ogni movimento. Giallo, pastore dagli occhi castani buoni e dolci, traumatizzato ed alienato da un'infinità di maltrattamenti inutili, che l'avevano indotto a non far altro che rincorrersi la coda a più non posso. Rosmary, piccola, nera, ricciolina, e cieca in seguito ad ustioni. E quanti altri ancora!!!
Ognuno di loro stava pagando le conseguenze degli indelebili omaggi degli esseri umani.
C'era perfino un vecchissimo lupo grigio selvatico, confinato in un misero box molto lontano dal cortile principale, nell'area riservata ai “pericolosi” (cani squilibrati che da anni sopravvivevano incattiviti ed assenti)
Non ho mai saputo come mai fosse finito lì, ma sicuramente era colui il quale soffriva maggiormente: leso non solo nel fisico, ma nell'onore, nell'orgoglio, nella nobiltà. La sua inestinguibile fierezza lo portava ancora, nonostante l'umiliazione della prigionia e della malattia a non arrendersi, a sfidare continuamente ed intensamente gli odiati sguardi umani.
Ha infuso sentimenti unici, indescrivibili, “vibranti”. Sicuramente ha segnato in qualche modo il percorso che avrei seguito. Sicuramente il suo ricordo mi ha dato grande forza e coraggio.
In seguito sono stata ampiamente delusa nella supposizione che tra cane e uomo fosse l'essere umano l'intelligente (inteso come colui il quale dovrebbe essere in grado di risolvere delle difficoltà nella condivisione del proprio ambiente con altri esseri viventi diversi da lui), il capace (di conoscere ed accettare le differenze) ed il buono (comprensivo e tollerante).
Smaniosa di imparare, ho incontrato molti pseudo-allevatori e/o addestratori accomunati da indifferenza e spietatezza, aventi l'unico scopo di trarre il massimo profitto economico dal proprio lavoro di allevamento o addestramento, incuranti dell'etica o della morale e soprattutto ignari dell'obbiettivo primario che deve essere assolutamente la tutela e la salvaguardia del benessere del cane.
Sono scesa in prima persona in campi-scuola “militaristici”, dove le “lezioni” venivano impartite da urlanti umani, burberi ed autocrati ad altri depressi umani (non di rado in “divise” tutte uguali raffiguranti l'affisso dello sponsor...) ed ai loro poveri succubi cani (troppo avvezzi a calci e legnate) che tutto facevano tranne che educare, istruire o addestrare.
Per me era insopportabile.
Mille parole non basterebbero a descrivere situazioni spregevoli e vergognose, ma certamente non è qui mia intenzione addentrarmi in pietosi argomenti che ho già affrontato più volte.
Mi sono posta invece come obbiettivo la collaborazione, la cooperazione, la positività, l'interscambio spontaneo e naturale, non obbligato e tanto meno coercitivo tra uomo e cane, senza troppe pretese, umilmente, giocosamente, senza inutili oppressioni, con tempi e modi personalizzabili.
Sono Tecnico educatore Cinofilo 3° livello riconosciuto CSN (Centro Nazionale Sportivo) LIBERTAS e FISC (Federazione Italiana Sport Cinofili)
Professionista educatrice cinofila aderente all'A.P.N.E.C. (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili);
Professionista educatrice cinofila aderente al C.S.A.A. (Centro Sportivo e per le Attività Ambientali);
Attività svolte:
Categorie | Allevamento Pensione per cani |
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Contatti |
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