Comportamento e Psicologia

Da quali tipi di persone sono attratti maggiormente i gatti?

L’atteggiamento schivo, tipico di chi rifiuta la presenza del gatto, esercita su di esso una forte attrazione: scopriamo il perché!

Dottor Alberto Franchi

Ultimo aggiornamento: 15 Giugno 2017 | 4 minuti di lettura

Egregio Dottore, parlando di gatti, desidero chiederle conferma di una voce che da anni sento presso amici: è vero che il gatto è attratto da persone con carica negativa? E se sì: perché? Grazie molte.

Già sulla attribuzione di una carica negativa alle persone si potrebbe discutere a lungo: voglio augurarmi che con ciò si vogliano solamente intendere le persone che non amano i gatti, quelle che li temono, quelle che diffidano di loro.
Infatti non è raro che alcuni, avendo vissuto nell’infanzia soprattutto situazioni spiacevoli o allarmanti legate alla presenza di un gatto, ne conservino l’amaro ricordo.
Voglio ricordare che molto spesso le reazioni violente dei gatti verso i bambini e gli adulti sono solo una risposta a stimoli minacciosi percepiti o ritenuti tali dall’animale.
Un fatto è certo: se un gatto si trova in un salotto, nel quale prendono posto alcuni invitati, generalmente si avvicina proprio alla persona fra i presenti che non vorrebbe avere nulla a che fare con l’animale.

La cosiddetta “percezione extrasensoriale” (di per sé una contraddizione in termini: se è una percezione deve essere sensoriale, se non è sensoriale non è una percezione) non è certamente responsabile di questo comportamento: si è potuto sperimentalmente apprendere che è proprio l’atteggiamento schivo, tipico di chi rifiuta la presenza del gatto, ad esercitare su di esso una forte attrazione.
In primo luogo perché il felino rifugge dal clamore e dal gesticolare spesso agitato di chi intende manifestargli simpatia; sta alla larga da chi, per affetto s’intende, gli sgrana gli occhi addosso fissandolo o ritraendo le labbra mima inconsciamente un segnale d’aggressione per i carnivori (ma di sottomissione ed arrendevolezza per i primati, che manifestano invece l’aggressione al contrario: protrudendo le labbra in avanti).

Gatto

A questo posso aggiungere che ad attrarre il micio è il comportamento calmo, silenzioso, quasi deferente tenuto generalmente da chi non vuole relazionarsi con l’animale; anche lo sbattere frequentemente le palpebre, manifestazione tipica di nervosismo nell’uomo, viene percepito come un invito positivo alla relazione da parte del gatto, dato che risulta essere l’esatto contrario dello sguardo diretto e fisso tipico dell’atteggiamento aggressivo o di sfida.
Chi soffre di ailurofobia, in questo modo un po’ strano viene definita la paura dei gatti, senza avvedersene offre all’animale quei segnali che lo rilassano, lo invitano ad avvicinarsi, rendendogli accattivante il contatto: ecco perché chi non desidera il gatto sulle ginocchia in un balzo se lo ritrova, sornione, addosso.
Inoltre varie tradizioni, anche molto antiche, vogliono farci considerare i gatti come animali negativi, legati addirittura alle streghe ed alla magia nera: cosa devono sopportare queste creature a causa delle fantasie umane!

Anticamente, in Egitto, il gatto era stato portato agli onori degli altari: in un paese dalla forte connotazione agricola, in cui le granaglie venivano stivate nella stagione dei raccolti con frequenti rischi di contaminazioni da parte di roditori, è facilmente comprensibile di quale entità dovesse essere il riconoscimento della funzione di sorveglianza fornita dai gatti.
Metodicamente, da sempre, le nuove religioni desiderano demonizzare le vecchie divinità (il cristianesimo ne è un chiaro e ricco esempio); quindi anche i gatti sono divenuti con il passare dei secoli l’icona del negativo, superstizione rafforzata dalla natura di cacciatore notturno e dai forti richiami amorosi che le femmine lanciano nella notte.

Nulla di negativo, pertanto, e tantomeno di soprannaturale nella natura del gatto: anche le “percezioni extrasensoriali”, falsamente attribuite ai mici, vengono via, via smascherate e spiegate dai nuovi studi e dalle sperimentazioni compiute dagli etologi.
Sarebbe troppo comodo, elusivo e fuorviante attribuire, a tutto ciò che non è spiegato dalla scienza, dei poteri magici: molti meccanismi comportamentali e molte facoltà sensoriali dei gatti sono ancora oggetto di ricerche interessanti e ci potranno in un prossimo futuro fornire ulteriori spiegazioni sulle qualità del nostro piccolo amico.


Dottor Alberto Franchi medico veterinario a Verona
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