Razza Lagotto Romagnolo: informazioni, foto, carattere e altro.

Il lagotto romagnolo o più semplicemente lagotto, è una razza canina, dalle antiche origini italiane, che si è sviluppata nella zone paludose del delta del Po: del ravennate e nelle pianure di Comacchio. Dotato di eccezionale olfatto è l'unica razza al mondo specializzata nella cerca del tartufo.

Lo standard del Lagotto Romagnolo, è stato approvato dall'ENCI nel luglio 1992; mentre il 10 marzo 1995 , la razza è stata riconosciuta a livello internazionale dalla FCI; secondo la stessa FCI la razza appartiene come classificazione al:

Gruppo 8 - cani da riporto, cani da cerca, cani da acqua.

Cenni storici

Il lagotto è una razza molto antica, presente già nel XVI secolo in Romagna, ciò è provato da dei dipinti, in cui è raffigurato un cane dalle caratteristiche del lagotto. Inizialmente utilizzato come cane da riporto in acqua, è oggi l'unica razza di cani specializzata nella ricerca dei tartufi.

Origini

Il lagotto alle sue origini come razza era un cane da riporto d'acqua, utilizza simile a quella del di noti retrevier, successivamente questa attitudine si è persa con la selezione a favore della cerca del tartufo. Il fatto che si tratti di una razza con origini molto antiche lo si desume anche dal fatto che un cane rassomigliante all'attuale lagotto si ritrova in raffigurazioni trovate nella necropoli etrusca di Spina (Ferrara) . Probabilmente questo si spiega con il fatto che gli etruschi avevano rapporti con popolazioni orientali, da cui potrebbe derivare la razza. L'insediamento della razza è antecedente a quello, nella penisola iberica, del Cane d'acqua portoghese, che è una razza acquatica affine al lagotto romagnolo. Lo stesso Linneo testimonia la presenza di un cane molto simile all'attuale lagotto, in epoca ben precedente la nascita del Cao d'agua portugese. In epoca romana a successiva, i cani si diffusero nella zona che va da Ravenna fino al Friuli passando per la zona delle Valli di Comacchio .

In un famoso affresco del Mantegna: l'incontro, visibile negli affreschi della Camera degli Sposi nel Palazzo Ducale dei Gonzaga di Mantova ; osserviamo un cane del tutto simile all'attuale lagotto romagnolo. Inoltre, sono numerose le citazioni di un cane da riporto riccioluto assimilabile al lagotto, in molti documenti a partire del XVI secolo.

Il nome della razza trae origine dal dilaetto romagnolo: “Càn Lagòt”; che significa: “cane da acqua” o “cane da caccia in palude dal pelo riccio e ispido”. Infatti, prima delle bonifiche del '800, nelle valli di Comacchio e e nelle zone paludose della romagna, il cane veniva utilizzato per il riporto della selvagina volatile (specie le folaghe). In questa attività un ruolo decisivo ha il pelo e il sotto pelo della razza che protegge l'animale dal contatto dell'acqua, spesso gelida, consentendogli un capacità di lavoro insuperabile. Parallelamente a questa attività venatoria il lagotto svolgeva un'utile, ma meno nota, attività ricerca del tartufo, allora più abbondante. Questa attività successivamente ha preso il sopravvento fino a specializzare la razza in modo esclusivo in questa attività; anche e soprattutto perché la razza è ottimamente addestrabile possiede un'ottima cerca e un notevole olfatto. Con la scomparsa, ad opera delle bonifiche, delle valli paludose si è persa la necessità ad utilizzare il lagotto come cane da riporto; parallelamente con la scomparsa nelle vigne dei supporti in legno, a favore di quelli in cemento, e con l'impoverimento dei boschi in pianura, ha portato ad una scomparda dei tartufi nelle zone pianeggianti. In questa circostanza la cerca del tartufo si è spostata in zone più collinati e boschive, ed ancora una volta l'adattabilità della razza si è mostrata notevole grazie al pelo e sotto pelo che protegge l'animale dalle spine presenti spesso nel sottobosco .

XX secolo

Negli anni '70, grazie all'illuminata attività di 4 appassionati ed esperti cinofili, la razza ricominciò ad acquistare l'originale purezza, che i dissennati accoppiamenti con altre razze avevano in parte compromesso. I quatro autori della rinascita della razza furono: Quintino Toschi presidente del locale gruppo cinofilo di Imola, il prof: Francesco Ballotta, allevatore e giudice ENCI, il dr. Antonio Morsiani, cinologo, giudice ed allevatore ed infine il rag. Lodovico Babini esperto cinofilo romagnolo. Grazie ad essi la razza si avviò verso una rinascita che ha il suo culmine nel 1998 con la nascita del Club Italiano Lagotto, che annovera circa 300 inscritti. Il Club ha contribuito in modo decisivo al riconoscimento internazionale da parte della FCI; e parallelamente allo sviluppo internazionale degli iscritti della razza nei Club nazionali, in paesi come la Svizzera, l’Olanda, la Germania, la Francia, la Finlandia, la Svezia, la Gran Bretagna, gli USA e l’Australia.

Gli iscritti all'ENCI già nel 2002 superavano i 900 inscritti , .

Lo standard morfo-funzionale e lo Standard morfologico ufficiale della razza è stato redatto nel 1991 dal Dr. Antonio Morsiani .

Inoltre, fin dal 1992 il Club Italiano Lagotto ha iniziato il controllo ufficiale dalla displasia dell’anca in collaborazione con la il Dr. Cesare Pareschi di Ferrara e il dal Dr. Aldo Vezzosi di Cremona; effettuando anche controlli per le principali patologie ereditarie cardiache e oculari. Infine, vengono organizzate, su tutto il territorio italiano da parte del Club Italiano Lagotto, le prove attitudinali di cerca del tartufo nel tentativo di migliorare le eccellenti qualità funzionali della razza .

Descrizione

Cane di media-piccola taglia, con buone proporzioni, di profilo forma un quadrato quasi perfetto; è di aspetto forte, robusto e rustico allo stesso tempo. Il lagotto ha grandi occhi rotondi, in ogni sfumatura di colore che va dal giallo scuro al marrone scuro.

Il pelo è lanoso riccio ed uniformemente distribuito su tutto il corpo; può essere bianco sporco uniforme, bianco con macchie marroni, roano, marrone fegato uniforme, arancio unicolore e in varie combinazioni di tinte; spesso mostrano macchie bianche che si sviluppano in età adulta. Il pelo è a crescita continua e deve essere periodicamente tagliato altrimenti forma dei cordoni. Il lagotto è praticamente esente da muta, il sottopelo rimane aggrovigliato al pelo di copertura. È sufficiente una regolare tolettature una o due volte l'anno. L'aspetto del pelo ricorda il barboncino, la coda non è mai arrotolata.

I maschi devono avere una altezza della spalla di 43–48 cm (ideale 46 cm) e devono pesare 13–16 kg. Le femmine devono avere una altezza della spalla di 41–46 cm (43 cm è l'ideale) e un peso di 11–14 kg.

Dallo standard: La conformazione generale è quella di un leggero mesomorfo il cui tronco sta nel quadrato, armonico rispetto al formato (eterometria) e disarmonico rispetto ai profili (alloidismo). L’altezza del costato è alquanto inferiore al 50% dell’altezza al garrese e può sfiorare il 44% di tale altezza.

Lo standard della razza

Lo standard della razza: Lagotto Romagnolo, è stato approvato dall’E.N.C.I. nel luglio 1992 ed è l’unico valido in tutti i paesi della F.C.I. Le traduzioni letterali del testo in tedesco, francese, inglese e spagnolo sono state approvate dalla F.C.I. il 10 marzo 1995. Lo stesso giorno la razza è stata riconosciuta a livello internazionale.

Dopo 28 anni di impegno e lavoro degli appassionati, la razza viene riconosciuta a livello internazionale; infatti, in data 6 luglio 2005, l’Assemblea Generale della F.C.I. riunitasi a Buenos Aires (Argentina), approva definitivamente la razza: Lagotto Romagnolo.

Secondo la Classificazione F.C.I. la razza lagotto romagnolo appartiene al gruppo: Gruppo 8º - cani da riporto, da cerca e da acqua. Sezione 3º cani da acqua, N. 325/bis.

Lo standard da lavoro

In data 3 ottobre 2006 viene approvato dal Consiglio Direttivo dell’E.N.C.I, su proposta della Commissione Tecnica Centrale del Comitato Consultivo degli Esperti. la motivazione per la creazione di uno Standard di lavoro nasce su precisi criteri basati sulle attitudini per il lavoro nella selezione del Lagotto Romagnolo. Ciò anche perché questo standard è un mezzo fondamentale per la tutela di questa razza che possiede delle caratteristiche uniche nel panorama cinofilo mondiale.

Progressivamente si è affinata nell’ultimo secolo, in modo pressoché esclusivo nel panorama mondiale, l’attitudine di questa per la cerca del tartufo ed è questo uno degli elementi fondamentali che hanno consentito alla razza di salvarsi dall'estinzione per la scomparsa del suo ambiente di lavoro e quindi della propria funzione originale.

A causa di ciò si è scelto di operare affinché la selezioni esalti sempre più le qualità morfologiche con le uniche attitudini funzionali.

Il regolamento della prove da lavoro per il lagotto romagnolo prevede 16 Articoli .

Temperamento

Il Lagotto è nato per lavorare attivamente. In genere hanno un sensorio molto acuto. Sono molto fedeli e amorevoli cosa che lo rende un cane da compagna ideale per la famiglia. Essi sono estremamente adatti all'adddestramento. Vanno molto facilmente d'accordo con altri animali, se socializzati fin dalla giovane età. Il lagotto ha bisogno di un molto esercizio e devono sempre essere impegnati in un lavoro. Hanno un istinto naturale per il recupero e in genere non vengono disturbati dal gioco o da altri animali selvatici.

Oggi il Lagotto viene allevato soprattutto come cane daricerca del tartufo e non come cane da caccia o da riporto. Infatti, il loro olfatto molto sviluppato li rende eccellenti cani da ricerca.

Sono, inoltre, eccellenti nuotatori che non mostrano esitazione. in qualunque tipo di ambiente acquatico. Hanno un mantello molto impermeabile che li rende capaci di lavorare a lungo in acque anche gelide. Il lagotto va d'accordo con i bambini diventandone ottimi compagni a condizione che facciano un esercizio sufficiente.

È una razza facilmente addestrabile a vari compiti, ha una scarsa propensione all'abbaio; e non è aggressivo verso i consimili .

Il lagotto ama scavare e deve essere istruito a non scavare nei giardini; molti proprietari creano loro un angolo apposito per consentire loro di soddisfare le esigenze di scavatori.

Diffusione

Inizialmente presente solo in Romagna, ora ci sono allevamentori in tutta Italia, ed all'estero. L'elenco degli allevatori (tutte le razze) iscritti all'ENCI comprende diversi allevamenti dedicati alla razza.

A tutto il giugno 2010 risultano iscritti 979 esemplari nel libro delle: Statistiche della popolazione canina iscritta all'ENCI .

All'estero negli anni si sono costituiti diversi Club di razza:

Patologie

Il lagotto vive circa 16 anni. È un cane molto rustico con pochi problemi di salute; le possibili patologie genetiche di cui può soffrire sono:

Galleria di immagini








Cenni storici

Il Lagotto Romagnolo è un'antica razza da riporto in acqua. E' presente dal 1800 nelle zone paludose di Ravenna e nelle pianure di Comacchio. Con la bonifica di quasi tutte le zone paludose d'Italia, avvenuta nel corso dei secoli, il Lagotto Romagnolo dovette trovare un altro "lavoro" per aiutare l'uomo e quindi si è pian piano specializzato nella ricerca al tartufo in aperta campagna e sulle zone collinari romagnole. E' divenuta, a livello mondiale, l'unica razza riconosciuta con questa attitudine. Il suo olfatto è semplicemente infallibile ed ormai per lui, trovare un tartufo, è divenuta un'operazione molto facile.

Aspetto generale

Cane di media-piccola taglia, con proporzioni buone e di aspetto forte, robusto e rustico al tempo stesso. La particolarità estetica che lo caratterizza è il pelo riccio e lanoso su tutto il corpo, compresa la testa. Le doti di rusticità ne istituiscono la funzionalità al lavoro.

Carattere

Canino dall'espressione sempre vigile e attenta a tutto. Molto vivace e gioviale con le persone che lo circondano quotidianamente, ma anche con estranei, appena preso confidenza. Per lui essere portato a caccia di tartufi è quasi diventato una sorta di gioco. Mentre svolge il suo lavoro esibisce passione e efficienza. Si sente esperto in questo tipo di ricerca e ama mettersi in mostra con il suo insuperabile olfatto. L'istinto venatorio è stato pian piano cancellato, così da non venire distratto dal selvatico. Legato in modo incredibile al suo padrone; si dimostra un ottimo cane da compagnia per la sua intelligenza ed obbedienza. E' una razza facilmente addestrabile.

Scheda tecnica

ORIGINE: Italia

UTILIZZO: cane da tartufi

CLASSIFICAZIONE FCI
Gruppo 8 : Cani da riporto, Cani da cerca, Cani da acqua
Sezione 3 : Cani da acqua
Senza prova di lavoro

CENNI STORICI: antica razza di cani da riporto di selvaggina acquatica nelle terre basse di Comacchio e le paludi di Ravenna. Durante i secoli le zone attorno a Ravenna furono prosciugate per farne terreni arabili. In seguito il Lagotto è divenuto un eccellente cane da tartufi utilizzato nelle piane e nelle colline della Romagna.

ASPETTO GENERALE: cane di taglia piccolo-media, ben proporzionato, di costituzione potente, di aspetto rustico, con pelo denso e arricciato di tessitura lanosa.

PROPORZIONI IMPORTANTI: la lunghezza della testa rappresenti il 40% dell'altezza al garrese. Il cane è pressoché tanto alto quanto lungo. La lunghezza del cranio deve essere superiore alla metà della lunghezza totale della testa. La lunghezza del musello è inferiore di 2/10 a quella del cranio (44% contro il 56%). L'altezza del petto è inferiore alla metà dell'altezza al garrese (circa 44%).

COMPORTAMENTO/CARATTERE: dotato di una naturale attitudine alla ricerca e di un fiuto molto fine, è un efficace cane da tartufi. Essendo scomparso il suo istinto di cacciatore, non è distratto nelle sue ricerche all'odore della selvaggina. Il Lagotto è docile, poco esigente, sveglio, affettuoso, molto attaccato al suo padrone e facile da educare. È un ottimo cane da compagnia, capace di dare l'allarme. TESTA: vista dal di sopra, è moderatamente forte e di forma trapezoidale; gli assi superiore del cranio e della canna nasale sono leggermente divergenti.

REGIONE CRANIALE
Cranio:
largo a livello degli zigomi e di lunghezza uguale alla larghezza. Visto di profilo, dallo stop all'occipite, il cranio è più lungo del musello. Leggermente convesso, tende ad appiattirsi verso l'occipite. Prominenza delle ossa frontali evidente, meno evidenti le fosse sopraorbitali. Stop: non troppo evidente.
REGIONE FACCIALE
Tartufo:
voluminoso con narici largamente aperte ed ali mobili. Solco verticale fortemente marcato. Visto di profilo, il tartufo costituisce un prolungamento lo stesso livello della canna nasale e supera leggermente il piano anteriore delle labbra. Il colore, appropriato a quello del manto, va da marrone chiaro a marrone scuro.
Musello:
piuttosto largo, un po' più corto del cranio, di altezza solo lievemente inferiore alla lunghezza. Forma leggermente conica con estremità troncata e moderatamente piatta. Canna nasale dritta.
Labbro:
non troppo spesso, moderatamente teso, così che il profilo inferiore del muso è determinato dalla mandibola. Sono coperte di pelo lungo e piuttosto rigido che forma mustacchi. Viste di fronte, le labbra formano un largo semicerchio. Colore dei bordi che va dal marrone chiaro al marrone scuro.
Mascelle/denti:
mascelle forti con branche pressoché diritte ed un corpo mandibolare relativamente forte. Articolazione completa sia a forbice che a tenaglia. Denti bianchi e ben sviluppati. Tollerato un leggero prognatismo inferiore.
Guance:
piatte.
Occhi:
piuttosto grandi, arrotondati, ben separati, riempiono bene le orbite. Il colore dell'iride vada una tinta ocra a nocciola e marrone scuro a seconda del colore del manto. Le palpebre sposano bene la forma del globo oculare; il colore del borgo delle palpebre va dal marrone chiaro al marrone scuro. Ciglia molto bene sviluppate. Sguardo attento, espressione sveglia e viva.
Orecchie:
di grandezza media in rapporto alla testa, triangolari, con l'estremità arrotondata; attaccatura larga piazzata immediatamente al di sopra dell'arcata zigomatica. Sono pendenti a riposo e leggermente rialzate quando il cane presta attenzione; passate al di sopra del musello, devono raggiungere un quarto della sua lunghezza. Sulle orecchie i peli sono meno arricciati, ma rimangono comunque molto ondulati. Non vi sono peli corti sulle orecchie. La faccia interna del padiglione auricolare è anch'essa coperta di peli.

COLLO: forte, muscoloso, asciutto, di sezione ovale; sottogola sciolta e senza traccia di fanoni. Linee superiore leggermente incurvata. Nei maschi, il perimetro del collo può essere doppio della sua lunghezza. La lunghezza del collo è leggermente inferiore a quella della testa.

CORPO:
Raccolto, forte, di lunghezza pari all'altezza al garrese.
Linee superiore:
dritta dal garrese alla groppa.
Garrese:
più alto della groppa.
Dorso:
dritto, molto muscoloso.
Regione lombare:
corto, molto solida leggermente incurvata vista di profilo; larghezza pari o superiore alla lunghezza.
Groppa:
lunga, larga, muscolosa, leggermente inclinata d 25-30 gradi.
Petto:
ben sviluppato, scende fino ai gomiti; piuttosto stretto nella parte anteriore, si allarga verso l'indietro a partire dalla sesta costola.
Linea inferiore e addome:
la sezione sternale formano una linea dritta e lunga che si alza molto leggermente verso l'indietro.

CODA: attaccata ad altezza media, si assottiglia progressivamente verso l'estremità; lunghezza tale da raggiungere il garretto. A riposo è portati forma di sciabola; in attività portata nettamente più alta. Al lavoro e in stato di eccitazione può essere portato sul dorso, ma non deve mai essere arrotolata.

ARTI
ARTI ANTERIORI
Verticali visti di faccia e di profilo.
Spalle:
scapole lunghe (30% dell'altezza al garrese), molto oblique (da 52 a 55 gradi), muscolose, forti e ben adese alla parete toracica, pur rimanendo libere nei loro movimenti. Angolo scapolo omerale da 110 a 115 gradi.
Braccio:
muscoloso, di ossatura fine, della stessa lunghezza della scapola; inclinazione sull'orizzontale di circa 60 gradi.
Gomiti:
ben aderenti al corpo ma non schiacciati contro la gabbia toracica e ricoperti di pelle fine. Come le braccia sono paralleli al piano sagittale del corpo; la punta del gomito si trova sulla verticale tracciata dall'angolo posteriore della scapola al suolo.
Avambraccio:
perfettamente verticale, lungo (36% dell'altezza garrese), con ossatura compatta e solida di sezione ovale.
Carpo:
visto di fronte, è nel prolungamento verticale dell'avambraccio, fine, solido e soffice; l'osso pisiforme è nettamente prominente.
Metacarpi:
un poco meno spesso e di ossatura più fine rispetto all'avambraccio; mobile; visto di profilo forma un angolo di 75-80 gradi rispetto al suolo. Piedi anteriori: leggermente arrotondati, compatti, con dita serrate e arcuate; unghie forti e ricurve; cuscinetti ben pigmentati; membrane interdigitali molto bene sviluppate.
ARTI POSTERIORI
In appiombo, potenti, ben proporzionati alla taglia del cane.
Cosce:
lunghe (35% dell'altezza garrese), con muscoli molto evidenti e nettamente separati. L'asse del femore presenta un inclinazione di 80 gradi sull' orizzontale. L'angolo coxo femorale va da 105 a 110 gradi. Cosce parallele al piano mediano del cane.
Grassella:
l'angolo della grassella va da 130 a 150 gradi.
Gambe:
leggermente più lunghe della coscia (36% dell'altezza garrese) con buona ossatura e buona muscolatura. Tendini marcati. L'inclinazione della gamba sull' orizzontale va da 50 a 55 gradi.
Garretti:
larghi, spessi, asciutti, con contorno osseo nettamente disegnato; paralleli al piano mediano del corpo. Angolo del garretto di circa 140 gradi.
Piedi posteriori: di forma un poco più ovale degli anteriori, con dita un po' meno incurvate.

ANDATURE: passo regolare, trotto energico e vivo, galoppo per brevi periodi.

PELLE: ben aderente al corpo, senza pliche, fine, con tessuto sottocutaneo poco abbondante. Pigmentazione delle mucose e dei cuscinetti che va dal marrone chiaro al marrone molto scuro.

MANTO
Pelo:
di tessitura lanosa, un poco ruvido in superficie, forma riccioli ad anello molto fitti che lasciano intravvedere il sottopelo. I riccioli sono diffusi su tutto il corpo a parte la testa dove sono meno fitti e formano sopracciglia, mustacchi e una barba abbondante. Anche le guance sono coperte da pelo spesso. Sia il pelo di copertura che il sottopelo sono impermeabili. Se non viene tosato tende a infeltrire, pertanto occorre procedere ad una tostatura annuale e bisogna rimuovere periodicamente il pelo e il sottopelo infeltriti.
Colore:
bianco monocolore, bianco marcato di marrone o di arancione, roano-marrone, marrone monocolore nelle sue varie sfumature, arancione monocolore. Alcuni soggetti presentano una maschera marrone o bruno scuro.

TAGLIA
Altezza al garrese

Maschi: da 43 a 48 cm (ideale 46 cm)
Femmine: da 41 a 46 cm (ideale 43 cm). Tolleranza di un centimetro in più o in meno.

PESO Maschi: da 13 a 16 kg Femmine: da 11 a 14 kg.

DIFETTI
Ogni scarto da quanto sopra deve essere considerato un difetto da penalizzare in funzione della sua gravità
Assi del cranio e della canna nasale convergenti
Tartufo parzialmente depigmentato
Canna nasale concava
Prognatismo inferiore pronunciato
Strabismo
Coda amputata
Speroni
Pelo poco arricciato oppure raso
Mantello nero o con macchie nere
Taglia fuori standard
DIFETTI ELIMINATORI
Tartufo completamente depigmentato
Prognatismo superiore
Occhio vairone
Pelo filamentoso.

N.B. I maschi devono avere i testicoli di aspetto normale completamente discesi nello scroto.

Allevamenti dove trovare questa razza

Galleria